Taccuino Anastasiano è il proseguimento del Blog "Circolo Letterario Anastasiano", con il quale rimane comunque collegato (basta cliccare sul logo del CLA).
Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

lunedì 22 agosto 2016

"Una luce sorveglia l'infinito": La nuova Antologia curata da Antonietta Gnerre e Rita Pacilio

‘Una luce sorveglia l’infinito’ (Tutto è misericordia) La Vita Felice, 2016
Le curatrici: Antonietta Gnerre e Rita Pacilio


È la parola stessa – capax aeterni – a chiedere al
poeta di essere portata in grembo con obbediente
e creativa ospitalità, un grembo che sia cuore 
attentissimo non solo alla voce del cielo, ma anche 
alla storia del mondo e al respiro della vita. 
 

Padre Bernardo Francesco Gianni


Questo libro è unito da una forza che diventa impronta, suono, colore, immagine. Il titolo, tratto da un verso di Piero Bigongiari, rispecchia il percorso spirituale di quest’antologia, lo spirito che viaggia nel mondo. I testi sono vestiti da una fragranza che sboccia dal fiore della mente, dall’osservazione e da quei riverberi silenziosi che legano le cose. Il corpo poetico, ricco di fragilità e sapienza, di natura e volontà, di verifica e visione, resiste al crollo occasionale della scelleratezza umana e salva dal pericolo di vuoto l’intimità universale del mondo. È un compito arduo, quello del poeta, partorire e nutrire il corpo di ogni nato trasfigurando, in maniera letteraria, il corpus animae di tutti. Ereditiamo, quindi, innumerevoli microfacce, spesso immaginate, articolate, amplificate e finte, che ci inseriscono in altrettanti ventri in cui sintetizziamo bisogni e desideri, conflitti e idee. Se il corpo continua a cercare la pace interiore e quella sociale, nonostante l’edificazione e i crolli delle guerre, le mercificazioni, le ideologie e le mitologie, l’anima mira anche alla gioia, alla misericordia e al perdono attraverso il silenzio e la preghiera. 

Riconoscere la dignità da parte dei letterati illuminati è un’azione nobile, che l’uomo deve compiere, per sentirsi parte attiva e responsabile del cosmo. Il bene comune presuppone il rispetto del­la persona umana in quanto tale, con diritti fon­damentali e inalienabili, ordinati al suo sviluppo integrale. L’atto misericordioso di Dio diventa carne e famiglia, oggetti e natura, architettura, pensiero intellettuale e poesia.

(dall’introduzione delle curatrici)


Gli Autori

Antonella Anedda
Marco Bellini
Nicola Bultrini
Claudio Damiani
Cinzia Demi
Giuseppe Langella
Eliza Macadan
Guido Oldani
Elio Pecora
Davide Rondoni
Morten Søndergaard


Gli Autori

Antonella Anedda
La poesia plasma le ferite con una flessibilità vitale e specifica, respira sulla carta riuscendo a far intuire e intravedere, per l’attenzione ai minimi dettagli, l’energia che muove i gesti. Il fluire di reminiscenze e di affetti sviluppa in versi un racconto intimo.

Marco Bellini
L’autore esce ed entra nel reale per trasformare in poesia gli attimi che si annullano quando la definizione psicologica diventa corpo-materia; definisce in modo acuto le distanze temporali tra ciò che è stato e ciò che rimane: non sfugge la definizione dei parametri che indicano gli abissi e ci dona, con autentico rigore, i movimenti armonici tra l’esistenza morale e la sapienza dell’intelletto. 

Nicola Bultrini
Emerge dai suoi versi una vastità immaginativa che si versa in un fiume in piena per richiamare voci, echi lontani, ansie e sospiri. Una parola, che diviene un grimaldello, che spalanca l’imperiosa forza dei sentimenti. Questo autore regola i propri versi e li piega con una lingua (logos) che cerca di comprendere il mondo.  

Claudio Damiani
Una sintonia tra sostanza e forma, l’effetto di una continua tensione verso l’essenza, l’assoluto. Un canto che restituisce il senso di un viaggio, un peregrinare inesauribile che modella, plasma e interroga, circa il legame fra poesia, natura e scienza. 

Cinzia Demi
L'autrice imprigiona ogni ipotesi di significato dell’amore in una dimensione mistica e umana, che parte dall’inizio della conoscenza fino al punto di arrivo, il cuore mondo, senza moralismi o ovvie meditazioni. Non c’è un animo senza ardore, non c’è solitudine, ma domande sottese ai grandi misteri.

Giuseppe Langella
Il paradossale si rovescia intorno alla quotidianità e il rischio materico finisce per fondersi, confondersi con la vulnerabilità. L’inquietudine e il suo superamento sono la limitazione che deriva dal confronto con il reale: il nostro muoverci nel mondo accade in forma dualistica e accesa.

Eliza Macadan
La forza dei versi è nella conoscenza degli enigmi primordiali: l’autrice mostra il suo rapporto intimo con la riflessione filosofica e inverte i parametri allegorici, per recuperare il fulcro della memoria. La vita orientata dai simboli viene gestita dal fare relativo e la visione del mondo si converte in duplici facciate.

Guido Oldani
La sua poesia rivela il bisogno di  ritrovare un linguaggio che, in quest’epoca tecnicizzata, smascheri l’artificiosità e sappia ridare, attraverso l’ironia, la vitalità e la dignità smarrita dall’uomo. Infatti, per arrivare alle coscienze, è necessario che la poesia prevarichi l’urbanizzazione esasperata ed esasperante, si sottragga dalla bufera “terminale”, utilizzando tutta la bontà ottimistica dell’ironia, del pungente sarcasmo, al fine di superare la malinconia e la nostalgia delle ideologie passate. 

Elio Pecora
Filtra emozioni e pensieri con penna raffinata. Le sue poesie si lasciano leggere con partecipazione. I versi procedono col supporto di un impulso automatico rendendo costantemente fragile, misterioso e sfuggente ogni forma di vita narrata. Una poesia esemplare a partire dall’attento spartito. Le parole rimandano le luci del cosmo, oltrepassano le tensioni del pathos, i dolori, le perdite, il visibile.

Davide Rondoni
La sua poetica è caratterizzata da una continua ricerca che osserva l’incendio delle emozioni in musiche di parole. Un pensiero in versi che innalza il vissuto in miriadi di sensazioni stabilite dalla realtà. La sua parola è in continuo movimento e sorveglia, con precisione linguistica, i motivi passionali dell’agire umano. Una poesia elegante che evoca stupore, perché porta in superficie l’anima delle cose.

Morten Søndergaard
Il linguaggio è la sua materia e il suo mestiere: è anche traduttore, artista del suono ed editor e non si stanca di sperimentare nuove forme del linguaggio, diverse conformazioni della parola poetica e varie maniere di presentarla. La sua poesia rispecchia i suoi personaggi: sempre in movimento, sempre diretta da qualche parte. è dinamica, sempre in cammino. [I versi di M. Søndergaard qui raccolti sono stati tradotti da Bruno Berni].



Le Curatrici
Antonietta Gnerre, nata ad Avellino nel 1970, è poeta, critico letterario, scrittrice, saggista, giornalista. Laureata in Scienze Religiose si occupa come studiosa della poesia religiosa del Novecento. Collabora con la Cattedra di Diritto e Letteratura del Prof. Felice Casucci, Università del Sannio (BN) e con l’Università Irpina del Tempo Libero di Avellino. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna 1994), Anime di Foglie (Delta 3 1996), Fiori di Vetro – Restauri di Solitudine (Fara 2007), Preghiere di una Poetessa (Fara 2008), PigmenTi (L’Arca Felice 2010), I ricordi dovuti (Progetto Cultura 2015) e i saggi Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi (Delta 3 2008), Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale, Il silenzio del diritto, saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (esi 2013). È presidente del Premio Internazionale «Prata», la cultura nella Basilica. Collabora con «Il Quotidiano del Sud» e su
riviste di cultura poetica, cartacee e on line.


Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare. Curatrice di lavori antologici, editing, lettura/valutazione testi poetici è autrice di brevi saggi, tra cui La fede come metafora comunicativa: è possibile la fede sociale? (Fara 2013). Per l’Università degli Studi del Sannio ha collaborato al saggio Famiglia e società. Organizza e promuove eventi culturali. Ha pubblicato prefazioni, approfondimenti, articoli, recensioni e note di
lettura su riviste, blog di settore. Presidente e giurata di premi letterari e di associazioni culturali, ha coordinato laboratori e progetti di poesia nelle scuole. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012), Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria 2011). La principessa con i baffi (Scuderi Edizioni 2015) è la sua fiaba per bambini.





domenica 14 agosto 2016

Taccuino Anastasiano: "LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei

Taccuino Anastasiano: "LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei: Cosa può nascondersi dietro un articolo giornalistico, dietro un reportage o all'ombra di una cronaca qualsiasi? Il giornalista s&#39...

"LA FIRMA SEGRETA" di Franco Casadei

Cosa può nascondersi dietro un articolo giornalistico, dietro un reportage o all'ombra di una cronaca qualsiasi? Il giornalista s'ingegna a riportare i fatti, a rendere noti a tutti i lettori brani di vita quotidiana, episodi, resoconti e quant'altro possa interessare e coinvolgere la storia e la società di un territorio, di un paese, di una città. Ma cosa può celarsi "dietro" queste storie? Quale mondo autentico può essere svelato, attraverso la cronaca dei fatti? E, cosa più interessante, forse un primo riuscito esperimento letterario in questo campo, può la poesia attingere, prendere spunto, ispirarsi a questi fatti di cronaca?
"La firma segreta" è questo esperimento riuscitissimo, ideato, elaborato e offerto da Franco Casadei, un poeta di tutto rispetto, di quelli che frequentano il mondo dell'arte poetica con serietà, impegno e studio pertinace. Perché la poesia non è cosa di tutti e non è cosa di tutti i giorni, e non basta la semplice "ispirazione", la velleità di scrivere versi anche soltanto per passione e per passatempo, bensì occorre munirsi degli attrezzi necessari, e Dio sa quanti!, e a volte non bastano neppure questi, perché la parola "non viene", non vuole venire, e tutto il costrutto rischia di crollare al primo soffio di vento della banalità. E come disse il grande Valery, "Il primo verso ce lo regala il buon Dio, ma poi tocca a noi poeti sviluppare il resto, e che il tutto diventi una vera poesia".
E dunque bisogna "stuzzicare" il buon Dio perché ci fulmini con la prima impressione, la prima parola. Franco Casadei ha trovato negli articoli della giornalista Marina Corradi questi stimoli, anzi queste "ispirazioni" di prima mano, questi lampi più o meno improvvisi; ma ha certamente dovuto "lavorarci" su con grande entusiasmo, prima di tutto, e poi con la sua comprovata tecnica stilistica e sapienza poetica, sì da elaborarne, alla fine, un lavoro di grande pregio, originalissimo e di considerevole spessore ed efficacia poetica.
E già il titolo, "La firma segreta", vuol dire molto. Come in ogni raccolta poetica di valore, il titolo è di per se stesso, quasi aforisticamente, un enunciato poetico che racchiude e sintetizza in un certo senso tutto il progetto del libro. "La firma segreta" è in un certo qual modo ciò che sta dietro ad un articolo giornalistico, ciò che apparentemente non salta subito agli occhi perché velatamente celato dal fatto, dalla cronaca: tutto un mondo di domande, di perché, di sentimenti, di emozioni, di ragioni profonde che la cronaca non riesce e non può, per ovvii motivi di esposizione giornalistica, considerare. Dice infatti Casadei: "… L'enigma irrisolto, / la mancanza sento, / una mancanza, / la firma segreta / che sta dentro le cose." (Da "La firma segreta", pag. 31). E allora la "firma segreta" è di colui che vede e sottoscrive ciò che sta oltre la cronaca; anzi, è di colui che rivede la cronaca e la amplia in poesia, pur riducendola, forse, in termini e caratteri tipografici: ma la parola poetica ha questa potenza, questo spessore eccezionali, tali da comprendere e far comprendere la totalità delle cose e anche l'oltre. La firma è segreta perché non si vede, non compare, non si identifica; la firma segreta è quella del poeta Franco Casadei, ma si fonde e va in osmosi con l'altra firma, quella della giornalista Marina Corradi.
Ne sortisce un progetto originale e forse unico nel suo genere, come dicevo, e cioè quello di realizzare una serie di componimenti poetici ispirati, nel vero senso della parola, agli articoli giornalistici della Corradi. Ma, si badi bene, non si tratta di rielaborazioni, di trasposizioni o addirittura di traduzioni in poesia partendo dalla cronaca; bensì, verosimilmente, si tratta di creature nuove, di poesie che respirano e rivestono il carattere di universalità partendo da un riferimento circostanziato. E tutto questo è molto bene evidenziato nella "lettera all'autore" scritta da Leonardo Lugaresi alla fine del libro, e la stessa Marina Corradi, nella sua sincera postfazione, affermando che "di poesie, sono certa di non averne mai scritte", in effetti dichiara nel contempo che il lavoro poetico di Franco Casadei ha in pratica un occhio in più, che guarda in profondità e scandaglia l'animo umano e i fatti con una sensibilità maggiore: la firma segreta, appunto!
Ma veniamo al libro.
E' in effetti un libro complesso, profondo, ben articolato, dove la poesia di sostanza, di stile, di grande spessore e di grande intuito, è subito evidente e leggibile con vera partecipazione emotiva; si avverte subito il grande lavoro di cesellatura dei testi, operato dall'autore con cognizione profonda della scrittura poetica, ardua e piena di trabocchetti spinosi. Ma il risultato è, appunto, un poema pulitissimo, lineare e fluido: il lettore viaggia dalla prima all'ultima poesia senza stancarsi, ma lasciandosi trasportare vieppiù nel procedere, da un significativo coinvolgimento emotivo.
La raccolta è suddivisa in quattro sezioni: "Periferie", "Partire o stare", "Maria, tutte", "Se non si muore". Ogni sezione è introdotta da un esergo, costituito da versi di importanti poeti e scrittori.
Franco Casadei ha voluto in questo modo, a mio avviso, raggruppare, riunire e proporre, quattro diversi argomenti, tutti molto complessi e di portata universale, che coinvolgono l'uomo e il consesso civile, la società, il problema della donna, l'aspetto filosofico della vita e del suo divenire. Argomenti che, naturalmente, traggono spunto dagli articoli della Corradi.
Nella prima parte, Franco Casadei tratta la società di periferia: mestizia e squallore delle città metropolitane con le sue storie di degradi e di abbandoni: "In un angolo di metropoli / la vetrina di un caffè / - è l'ora delle strade vuote - / nell'oscurità un bagliore livido / dentro l'orbita cava di finestre… " ("Nighthawks, nottambuli", pag. 14).
In "Partire o stare", la seconda sezione, è il movimento, gli spostamenti e i viaggi, anche metaforici, l'argomento trattato in versi di alta poesia: "Le stazioni, snodi di destini, / le locomotive e il loro affacciarsi ansante / come di animali che / - per tornarsene alla tana - / annusino le impronte…" ("Le stazioni, snodi di destini", pag. 40).
Molto delicata e intensa la terza parte della raccolta, ispirata a "Maria, tutte", e cioè alla donna, madre, figlia, moglie, considerata in tutti i suoi aspetti e figurazioni: "Abbiamo un nome solo, / chiamateci Maria" (Da "Tutte Maria", pag. 56, poesia ispirata all'episodio dell'occupazione di una miniera in Sardegna, nel dicembre del 2014, da parte di donne operaie), e ancora: "Ha la dolorosità di una tragedia classica / l'unico nome che le operaie si sono date, / come un unico volto / nascosto dietro un velo nero".
Infine, in "Se non si muore", l'Autore affronta l'argomento del divenire dell'umanità, del sacrificio e della rinascita. Sapientemente introdotta da un passo del Vangelo di Giovanni: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto" (Giovanni 12,24), la poesia di Franco Casadei in questa sezione finale si allarga, assume un respiro palingenetico, una sorta di incitazione a migliorare e a migliorarsi, essere "seme" per dare nuovi frutti, nel rispetto di una natura benigna che si rinnova incessantemente. E il poeta conclude: "Le rose tardive illividite / scheletriti i filari nelle vigne / luccica l'argilla tagliata delle zolle / di tanta floridezza, / girasoli grinzosi / come facce di vecchie, / resti di pannocchie / e le mie mani secche. / Niente rinasce se non si muore." ("Se non si muore", pag. 70).
Ottima la scelta tipografica e della forma quadrata del volumetto, che permette ad alcuni titoli e versi lunghi di distendersi con armonia e serenità di lettura.
Una poesia nuova e originale nel contenuto, nella fonte ispirativa, nel lavoro intelligente e approfondito operato partendo dagli spunti giornalistici di Marina Corradi. Direi che questo nuovo progetto poetico del Casadei, dopo le già affermate e solide pubblicazioni precedenti, come "Il bianco delle vele", edita nel 2012 da Raffaelli, possa tranquillamente collocarsi tra i più validi e significativi del nostro attuale panorama poetico italiano.

Franco Casadei, "La firma segreta", poesie in dialogo con Marina Corradi, Itaca Edizioni, Castel Bolognese, 2016

G.Vetromile

13/8/16

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"