Taccuino Anastasiano è il proseguimento del Blog "Circolo Letterario Anastasiano", con il quale rimane comunque collegato (basta cliccare sul logo del CLA).
Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

lunedì 14 ottobre 2019

Il Premio "Cosmo d'oro" di Canaro (Rovigo) alla sua 35a. edizione


Si è svolta ieri, domenica 13 ottobre, a Canaro, in provincia di Rovigo, la cerimonia di premiazione della XXXV edizione 2019 del prestigioso Premio Nazionale di Poesia "Cosmo d'oro". Si tratta di un premio a partecipazione gratuita, indetto e organizzato dal Comune di Canaro, e iniziato nel lontano 1984 da Ugo Stefanutti, ideatore della "poesia cosmica", che ha per oggetto il cosmo inteso in tutte le sue più svariate accezioni fisiche e filosofiche. Emblematica la citazione di Ugo Stefanutti a proposito della "poesia cosmica": "Fino a tanto che ci sarà un poeta sulla terra, vi sarà sempre uno scienziato".
Il Cosmo d'oro è uno dei premi più rinomati e seri, nel panorama dei concorsi letterari a livello nazionale, intanto perché è organizzato e condotto direttamente dall'Amministrazione Comunale di Canaro, nella persona del suo Sindaco, il dott. Nicola Garbellini, poi anche perché non si richiedono contributi spese o tasse di iscrizione, ed inoltre si distingue per una commissione giudicatrice di grande competenza e imparzialità, e per i ricchi premi ai primi tre classificati (700 euro al primo, 500 al secondo e 300 al terzo). Vengono conferiti anche dei Premi Speciali e opere d'arte offerte dalla Galleria "Il Rivellino". 
Ecco qui di seguito la classifica dei vincitori di questa XXXV edizione del Premio:
1° Aurora Vecchiato, di Mirano (Ve); 2° Giuseppe Vetromile; 3° Antonina Venuto, di Rovigo. Premi Speciali: Emiliano Brajato, Giuseppe Alfonso, Lucia Doz, Nerina Poggese, Patrizia Francioso. Poeti segnalati: Giuseppe Mandia, Olivia Novello, Carla Baroni, Luciano Pellegrini, Dante Carraro, Lucia Baldini.
Canaro (Ro), 13 ottobre 2019

G.V.

domenica 22 settembre 2019

Un incontro letterario d'eccezione a Roma

Sono necessari gli incontri di poesia, i tantissimi incontri di poesia che si svolgono periodicamente in tante città, librerie, altre sedi più o meno attrezzate allo scopo? E organizzati a volte con meticolosa preparazione, altre volte frettolosamente e superficialmente?... Direi di sì, quando oltre all'impegno, ai mezzi a disposizione e alle possibilità economiche degli organizzatori (è sempre più difficile trovare Sponsor o addirittura Enti che siano disponibili ad elargire un minimo di finanziamento...), si riesca a riunire insieme personalità di spessore, competenti in materia letteraria e poetica, che possano durante l'incontro "donarsi" reciprocamente, instaurando un confronto e un dibattito interessante e del tutto disinteressato e gratificante per ciascuno dei partecipanti, sull'argomento "poesia", oltre naturalmente ad offrire esempi della propria esperienza e maturazione, leggendo i propri testi.
E' accaduto tutto questo, ieri sera, 21 settembre, a Roma, in un incontro che si è svolto nell'accogliente abitazione di Cinzia Marulli, rinomata poetessa romana, critico letterario e persona molto attiva nel promuovere e organizzare eventi letterari di alto livello.
L'idea, riuscitissima e molto apprezzata, è stata dunque quella di invitare diversi poeti e letterati a casa sua, condividendo, attraverso le letture e le conseguenti riflessioni, l'atmosfera poetica che si è venuta a creare, con le varie tematiche, stili, novità e modalità espressive di ciascun autore. Il tutto corroborato dai consolidati rapporti di conoscenza e di amicizia tra i vari ospiti, il che ha permesso di trascorrere una serata gradevolissima e ricca di contenuti, sia dal punto di vista letterario-poetico, e sia sul piano emotivo, amicale e conviviale.
I Poeti che hanno partecipato all'incontro: Mariavittoria del Pozzo (ospite d'onore, da Torino), Tiziana Marini, Anna Maria Curci, Lucianna Argentino, Cristina Polli, Sonia Caporossi, Raffaela Fazio, Francesca Del Moro, Stefania Di Lino, Alexandra Zambà, Ksenja Laginja, Salvatore Contessini, Terry Olivi, Monica Martinelli, Mauro Corona, Lorenzo Poggi, Manuela Minelli, Marzia Spinelli, e il sottoscritto.
Un grazie immenso a Cinzia Marulli per l'ospitalità, l'accoglienza, la professionalità e la simpatia. E un grazie particolare a tutti gli intervenuti.

G.V.
22 settembre 2019




L'album completo della serata: https://www.facebook.com/giuseppe.vetromile.7/media_set?set=a.10220589890605464&type=3

lunedì 2 settembre 2019

La XIII Edizione del Premio Prata

Tutto pronto per la XIII Edizione del prestigioso Premio Prata, la Cultura nella Basilica. L'importante evento, fiore all'occhiello non solo del Comune di Prata Principato Ultra dove è nato e si svolge, ma anche di tutta l'Irpinia fino a raggiungere meritata notorietà a livello nazionale e internazionale, è stato ideato da Armando Galdo e Antonietta Gnerre, che ne curano anche le annuali edizioni.
Anche quest'anno la cerimonia conclusiva si svolgerà nella suggestiva Basilica Paleocristiana della SS. Annunziata di Prato Principato Ultra (Av), sabato 14 settembre alle ore 19,30.
Saranno premiati importanti esponenti del mondo letterario, giuridico, istituzionale, medico, scolastico, professionale, giornalistico, ecclesiale, artistico e televisivo.
Ospite d'onore l'attore Sebastiano Somma. A presentare e condurre la serata Luigi Marzullo con i giornalisti del "Mattino" Barbara Ciarcia, Stefania Marotti e Nello Fontanella.
Appuntamento quindi a sabato 14 settembre ore 19.30, da non perdere questa nuova importante e preziosa serata con la Cultura Irpina.

martedì 25 giugno 2019

La nuova presentazione dell'Antologia "Mare nostro quotidiano" al Circolo Ufficiali della Marina a Napoli


Sarà nuovamente presentata venerdì prossimo 28 giugno alle ore 18.30 nella prestigiosa sede del Circolo Ufficiali della Marina Militare, in Via Cesario Console a Napoli, l'Antologia "Mare nostro quotidiano", curata da Giuseppe Vetromile con note critiche di Melania Panico e postfazione di Rita Pacilio, Scuderi Editrice. L'evento è stato organizzato dall'Associazione Mozart Italia - Napoli inserendolo nel Ciclo "Contaminazioni" curato da Suzana Glavaš.
Il ricco programma dell'incontro prevede, oltre alle riflessioni e alle letture dei brani poetici da parte di alcuni autori presenti, l'esecuzione di brani musicali che integreranno il tema trattato dall'Antologia: il Mare nostro quotidiano.
Dopo i saluti da parte degli organizzatori, interverrà il curatore dell'Antologia, poeta Giuseppe Vetromile, e l'autrice della postfazione, poetessa Rita Pacilio. Il giornalista e critico d'arte Angelo Calabrese esporrà poi brevemente i temi suggeriti dall'antologia, mentre i poeti Luigi Cannillo, Federica Giordano, la stessa Suzana Glavaš e Vanina Zaccaria, leggeranno brani tratti dalle loro sillogi poetiche inserite nel volume. Alle letture si alterneranno i brani musicali eseguiti dai Maestri Mauro Bibbò al flauto traverso, Emmanuele Capasso alla chitarra classica e Maria Gabriella Mariani al pianoforte.

G.V.
25/6/19

martedì 18 giugno 2019

Il Volume IV di "SUD I POETI", a cura di Bonifacio Vincenzi


E' da poco uscito il quarto volume del grande e impegnativo progetto editoriale di Bonifacio Vincenzi, intitolato "SUD I POETI", Macabor Edizioni. Il progetto è rivolto essenzialmente alla rivalutazione e allo studio delle maggiori voci poetiche contemporanee delle regioni italiane meridionali a partire dall'Abruzzo e fin giù alla Calabria e alla Sicilia.
Si tratta di un lavoro di ricerca e di selezione assai arduo, che però viene premiato dalla accuratezza e dall'abbondanza di notizie e testi degli autori antologizzati. Ogni volume è dedicato ad un personaggio di rilievo, con note critiche e testi davvero esaurienti. Nella seconda parte vengono antologizzati alcuni poeti attuali, introdotti ciascuno da un'opportuna e dettagliata nota critica.
Abbiamo così il primo volume, dedicato ad Antonio Spagnuolo; il secondo a Domenico Cara, il terzo a Carlo Cipparrone.
Questo quarto volume è dedicato a Giammario Sgattoni, una delle più significative coscienze culturali abruzzesi del secondo Novecento. Il libro riporta alcune testimonianze su Sgattoni, tra cui quelle di Ottaviano Giannangeli e del critico Renato Parente.
Nella seconda parte del libro sono riportate le voci di cinque poeti del Sud, scomparsi, da non dimenticare: Enzo Valentini, Giacinto Spagnoletti, Marilia Bonincontro, Rocco Scotellaro e Raffaele Carrieri.
Nella parte finale prosegue la mappatura della produzione poetica del secondo Novecento e di questi primi anni del Duemila. Sono quindi riportati alcuni testi poetici di: Domenico Cipriano (introdotto da Enzo Rega), Gilda Policastro (presentata da Bonifacio Vincenzi), Franco Ciarelli e Giuseppe Vetromile (introdotti da Antonio Spagnuolo), Rocco Salerno (introdotto da Tommaso La Rocca).

SUD I POETI, Vol. IV, a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor Editore, Francavilla Marittima (Cs), 2019.

G.Vetromile
18/6/19

giovedì 13 giugno 2019

"La storia di Pilli": la bella favola di Antonietta Gnerre, in una nota di Gianni Maritati

Antonietta Gnerre, non solo scrittrice e poetessa di grande levatura nazionale, nonché presidente e organizzatrice del prestigioso Premio Prata, si rivela anche ottima favolista.
La ritroviamo dunque qui, in questa sua breve ma intensa favola, ricca di morale, piacevole da leggere anche per gli adulti, dal titolo "La storia di Pilli", Edizioni Scuderi di Avellino.

Riportiamo qui di seguito l'introduzione e scheda del libro a cura di Gianni Maritati, Vice Caporedattore del TG1:


Non c’è niente di più vero delle favole. E la favola del volpacchiotto Pilli, scritta con sagacia e passione da Antonietta Gnerre, lo conferma. Già il nome del nostro piccolo eroe è un riflesso di questa certezza: è preso dal cognome di un’antica casata toscana. Signori del contado fiorentino, i Pilli vantano un capostipite che fu fatto cavaliere nientemeno che da Carlo Magno, ai tempi del Sacro Romano Impero. La loro memoria genealogica, dunque, appartiene ai secoli che vanno via come granelli di sabbia nella clessidra della Storia… 
Con il suo aulico nome, il volpacchiotto Pilli rievoca sì un glorioso passato eppure in questa favola guarda anche ad un futuro che vorrebbe altrettanto radioso. Ma non può. Tanti ostacoli mettono a dura prova la sua crescita e il suo rapporto con il mondo: le canzonature dei compagni di scuola, i pregiudizi, le convenzioni… Finché Pilli trova la forza di reagire. La trova nello studio della musica, la sua grande passione. 
In un mondo magico e immaginario, quello delle favole, l’eroe ci viene incontro per dirci che c’è sempre un orizzonte più grande al di là delle nostre lacrime, un sole più splendente al di là del nostro dolore. Le favole ci insegnano che dobbiamo avere la forza e la voglia di reagire, di emergere al di sopra del grigiore che ci circonda e di trovare il colore giusto da dare alla nostra vita, di conquistare ogni giorno la pace interiore. Quella pace, capace di cambiare il mondo.  
E così Pilli, in attesa di un sogno, fa la differenza. Le favole sono vere proprio per questo."

Aggiungiamo, per concludere, qualche riflessione della stessa autrice:

Le favole insegnano a superare gli ostacoli della vita, le paure, le insicurezze, le ingiustizie. Il volpacchiotto Pilli, nel suo percorso di crescita e di maturazione, affronta tante difficoltà e combatte, prima di tutto, con l’insicurezza di sapere che sbaglia a prescindere. 

È profondamente deluso dal suo aspetto, dalla sua coda enorme e a forma di palla. È triste perché gli amici lo prendono in giro. È infelice perché non riesce a concentrarsi nello studio della musica delle foglie. Poi un giorno trova la forza di parlare con il suo maestro, che è la volpe più vecchia del paese. Scopre, con grande meraviglia, che c’è una possibilità (la speranza) di riappropriarsi della sua vita. Il maestro indica a Pilli di contemplare l’aquila della storia, la saggezza. Pilli un giorno la sogna e comprende che deve superare le sue paure con forza e determinazione. Il volpacchiotto percepisce che, impegnandosi nello studio dei suoni, ce la può fare “Perché tutti hanno il diritto e a volte anche il dovere di migliorare la propria esistenza”. Tutto cambia “Perché diventare migliori non è una cosa impossibile”. 
Oltre a questi messaggi di riscatto ce n’è un altro tra le righe, quello della pace tra tutti gli animali. Grazie a Pilli tutti gli abitanti del bosco comprenderanno che si può vivere insieme senza farsi del male, senza mobbizzare gli altri e senza discriminarli per i loro handicap fisici, ma valorizzando e armonizzando le differenze e i talenti di tutti.    
Le favole, come le fiabe, sono rivolte a tutti. Ci mettono davanti a delle prove che i personaggi devono affrontare e superare, come nella vita. Insegnano ad essere forti e a non perdere mai di vista la speranza, la verità.

G.V.
13/6/19



mercoledì 12 giugno 2019

RPlibri: una realtà editoriale molto vicina agli Autori


E' da qualche tempo che seguo l'evoluzione, in crescendo, del marchio editoriale RPlibri, diretto da Rita Pacilio: una realtà davvero molto vicina agli Autori, nata due anni fa già con il nobile intento di operare selezioni accurate nel vasto mare delle proposte e dei desideri di pubblicazione da parte di poeti e scrittori, già affermati o solo alla loro prima timida prova ma già con un progetto valido e degno di essere pubblicato. Con questo non voglio dire che altri Editori siano da meno, ma RPlibri sicuramente segue una linea nobile e onesta, nonché con grande competenza, in tutte le fasi della realizzazione del libro: come ogni Casa Editrice seria e onesta fa, e deve fare, al di là della sua dimensione e notorietà in campo nazionale, e al di là della specificità delle pubblicazioni.
RPlibri progetta la pubblicazione curando tutti i particolari, seguendo e suggerendo all'autore le modalità più consone perché il libro, si tratti di poesia o di narrativa, possa poi acquisire le giuste caratteristiche formali e stilistiche, eseguendo un editing altamente professionale e delicato, molto aderente a ciò che l'autore vuole esprimere, e tale da non sconvolgere eccessivamente il contenuto del testo. La veste del libro è molto elegante, infatti, è prodotto con carte pregiate e avoriate.
Anche a pubblicazione avvenuta, l'autore non è lasciato solo, ma viene seguito e consigliato: per esempio, nella scelta più opportuna delle sedi per una valida presentazione, e inoltre il testo viene affidato a personalità di comprovata serietà e competenza al fine di redigere utili note critiche.
A questo proposito, personalmente ho avuto il piacere di leggere e commentare molti testi della RPlibri, e sul mio Blog "Transiti Poetici" (transitipoetici.blogspot.com) è possibile trovare diversi autori da me inseriti con brevi note di letture e stralci delle loro composizioni.
In un mondo in cui le pubblicazioni in rete aumentano progressivamente, ritrovare sulla propria scrivania un buon libro di poesie, sentirne l'odore e assaggiare il gusto delle parole con la mente e con il cuore, è ancora sempre una delizia insostituibile! E la RPlibri senza alcun dubbio contribuisce alla rivalutazione della carta stampata, della buona letteratura che non solo si legge, ma si "tocca" e si "odora" anche.

G.Vetromile
11/6/19

lunedì 10 giugno 2019

A Montefredane la Settima Edizione del Premio di Cultura "Oreste Giordano"


La Proloco di Montefredane (AV) in collaborazione con il Comune, indice la 7ª edizione del Premio di Cultura “Oreste Giordano”.
La serata di premiazione si svolgerà a Montefredane (AV) domenica 16 giugno 2019 alle ore 17.30 nella storica cornice del Castello Caracciolo.
La manifestazione porta il nome di Oreste Giordano, raffinato letterato di origine montefredanese, nato nel 1875 e particolarmente attivo nell’ambiente napoletano dell’epoca.
L’evento ambisce a valorizzare il pensiero come chiave di emancipazione e di sviluppo, e si innesta nel solco di una pertinace volontà a diffondere e consolidare l’arte contro i rigurgiti di una società che vira verso l’appiattimento, la superficialità e il conformismo omologante.
La serata sarà condotta dai giornalisti Barbara Ciarcia e Nello Fontanella.
Dopo i saluti del sindaco, arch. Valentino Tropeano, si procederà alle premiazioni.
I riconoscimenti vengono tributati ad eminenti personalità che abbiano illustrato i rispettivi ambiti d’azione.

Questi i premi assegnati per le diverse sezioni.

Premio al Giornalismo: Pierluigi Melillo
Premio alla Legalità: Gabriele Meoli
Premio alla Cultura dell’Impresa: Armando De Matteis
Premio alla Poesia: Federica Giordano
Premio alla Scrittura: Emilia Bersabea Cirillo
Premio alla Cultura della Musica: Leonardo Quadrini
Premio alla Cultura Scientifica: Carlo Iannace
Premio alla Cultura delle Tradizioni: Scuola di tombolo di Santa Paolina(AV)

Presidente onorario del premio: Gianni Festa

Presidente della giuria: Norberto Vitale

Giuria:
Raffaele Barbieri, Cosimo Caputo, Antonietta Gnerre, Rita Pacilio.

Comitato dei Garanti:
Luigi Anzalone, Rosanna Bazzano, Saverio Bellofatto, Franco Buononato, Ciro De Novellis, Annibale Discepolo, Massimiliano Finamore, Marco Grasso, Peppino Iuliano, Eugenio Lucrezi, Melania Panico, Paolo Saggese, Silvio Sallicandro, Giuseppe Vetromile.

Comitato dei Giornali online:
Il Ciriaco, Il Giornale dell’Irpinia, Irpinianews, Irpinia24, Irpiniatimes, La Gazzetta dell’Irpinia, Orticalab

giovedì 9 maggio 2019

La RPlibri di Rita Pacilio al London Park Letterario l'11 maggio 2019


Mancano solo due giorni al nuovo appuntamento del London Park Letterario di Sant'Anastasia: sabato prossimo 11 maggio alle ore 18, infatti, avrà luogo l'incontro con la poetessa e scrittrice Rita Pacilio, di San Giorgio del Sannio, la quale presenterà il Catalogo del suo pregevole marchio editoriale, la RPlibri, intrattenendosi in dialogo con alcuni suoi autori.
Rita Pacilio, poetessa e critico molto nota negli ambienti letterari e poetici nazionali, avvia il progetto editoriale della RPlibri nel 2017, ma il suo catalogo è già molto ricco di titoli e nomi prestigiosi del panorama letterario italiano. All'appuntamento di sabato prossimo saranno presenti alcuni poeti, provenienti da diverse città, che leggeranno brevemente qualche brano della loro produzione letteraria.
L'incontro sarà introdotto e presentato da Giuseppe Vetromile, del Circolo Letterario Anastasiano, dopo i saluti di Silvia Ciccarelli del London Park. Si auspica la presenza delle istituzioni, come di consueto, essendo la rassegna patrocinata dal Comune di Sant'Anastasia. Al termine, alcuni amici presenti potranno intervenire leggendo un proprio testo.
La rassegna "Il London Park Letterario" è stata ideata per commemorare la figura del compianto imprenditore poeta Natale Porritiello, venuto a mancare per un tragico incidente nel luglio del 2017. Gli incontri, che hanno frequenza mensile, si svolgono con la collaborazione di Silvia Ciccarelli del London Park, dell'Associazione Arte e Saperi di Rita Pacilio, e della Fondazione Lermontov di Vanina Zaccaria.
L'ingresso è libero, sarà gradita la presenza di tutti.

G.V.
9/5/19

La locandina dell'evento dell' 11 maggio


sabato 13 aprile 2019

"Huiko", di Mario Volpe: la ricerca del vero in sé


Cosa spinge un uomo a lasciarsi tutto alle spalle e tentare una nuova, diversa, esistenza? La consapevolezza di errori compiuti che irrimediabilmente gli hanno rovinato o, quantomeno, disturbato l'attuale condizione sociale, nell'ambito di una società in cui prevale l'egoismo, la corsa al potere o, viceversa, l'insicurezza, la chiusura, la superficialità? Oppure il desiderio ardente e millenario di provare altre emozioni, altre sensazioni che possano in qualche modo stimolare di nuovo l'impellente ricerca di orizzonti e progetti di vita rinnovatori?
Fatto è che ad un certo punto dell'esistenza ci si può fermare un attimo per riflettere e per decidere di ricominciare daccapo: sempre che il turbinio in cui si è immersi in questo mondo moderno e ultratecnologico lasci il tempo, e la volontà, di soffermarsi a considerare il proprio stato esistenziale. E, una volta trovato ques'attimo, una volta che si è preso coscienza di come stanno veramente le cose, una volta aperti gli occhi, si decide. E però per prendere la classica decisione di cambiare rotta, di netto, senza se e senza ma, evidentemente ci vuole coraggio, una grande forza d'animo. Forse bisogna toccare il fondo della prostrazione, del malessere, dell'inedia fisica e spirituale, per prendere la classica decisione, di chiudersi definitivamente la porta alle spalle e partire per nuovi orizzonti.
Lo fa, serenamente perché conscio delle proprie azioni e senza rimpianti, il protagonista di questo breve ma intenso e cólto libro: Andrea. Andrea è un nome qualsiasi, che potrebbe benissimo identificarsi in ciascuno di noi, o in tutti coloro che ad un certo punto della propria vita decidono, per i motivi di cui sopra, di mettersi alla ricerca di un senso più profondo e interessante da dare alla propria esistenza. "Huiko", titolo del libro, è il venerabile Maestro che gli fornirà gli elementi di base per comprendere veramente se stesso e la sua vita.
Ma l'originalità di questo nuovo libro di Mario Volpe non sta tanto nel narrare, attraverso brevi ma esplicativi capitoli, tutto il percorso di ricerca interiore di Andrea, dalla decisione di partire fino alla consapevolezza di aver finalmente acquisito l'equilibrio e la pienezza di sé al termine del "viaggio", quanto nel mostrare al lettore le più o meno segrete, a volte persino inusuali metodologie di apprendimento della filosofia orientale, dedite alla ricerca dell'equilibrio psicofisico, alla comprensione di sé e dell'universo: pratiche di meditazione e di riflessione che da millenni caratterizzano la filosofia orientale, in contrapposizione al pragmatismo del mondo occidentale in cui siamo immersi. Il tutto, vissuto in un ambiente nuovo e inusitato per un occidentale: il Tempio, i monaci, la frugalità, la serenità, i giardini, l'apparente semplicità delle cose che sono tutt'intorno.
La partenza del protagonista è un distaccarsi completo da questo mondo "banale", a volte persino ovvio, che non è più in grado di dargli né sicurezze, né risposte, né aspettative future, né felicità: la ricchezza, il lavoro, le cose possedute, persino l'amore, sembrano vanificarsi presto nell'abisso dell'annientamento e del tempo che inesorabile trascorre e distrugge ciò che in qualche modo si è cercato di costruire. Nulla appare saldo, duraturo, credibile. Perciò il viaggio di Andrea è un distaccarsi materiale dal mondo che conosce, ma anche un lasciarsi indietro falsi valori e pregiudizi, superficialità di pensieri. Non resta che tentare l'oriente, la Cina, la ricerca della verità, dell'essenza dell'uomo.
Mario Volpe, forte della sua grande conoscenza del mondo orientale, in virtù della sua attività di imprenditore (ma di imprenditore che non si sofferma semplicemente sugli aspetti strettamente legati al suo lavoro, bensì capace di entrare in perfetta sintonia con quella realtà, comprendendone le caratteristiche più squisite), fa buon uso della sua esperienza e delle sue conoscenze per raccontare le vicende del protagonista, Andrea, con verosimiglianza e con una vena di particolare e intensa filosofia di vita: niente di inventato, quindi, ma una storia pienamente aderente alle peculiarità del mondo e della filosofia cinese. Huiko è il Maestro, un personaggio forse inventato, in realtà forse mai esistito, ma del tutto verosimile, come verosimile è la sua filosofia, la sua scuola, il suo insegnamento.
Ed infatti, l'Autore ci porta per mano nel raccontare la storia di Andrea dal momento del distacco dalle cose di tutti i giorni, fino alla piena consapevolezza di sé, acquisita finalmente grazie a questa esperienza nel monastero cinese. Ed è sorprendente come Mario Volpe costruisce il filo logico del percorso narrativo: il cambiamento del protagonista non è immediato, anzi egli ad un certo punto, preso dalla delusione perché nonostante tutti gli sforzi gli sembra di non riuscire a trovare quello che "cercava", decide quasi di tornare a casa. Egli si aspettava che il Maestro Huiko cominciasse subito le sue "lezioni", ed invece nulla accade: il maestro non si mostra, non lo chiama, e nessuno sembra in grado di dargli indicazioni più precise in merito.
Così Andrea tentenna, cerca di pazientare, trascorre le giornate da solo in meditazione o dialogando con il giardiniere. Ma proprio quando il nostro protagonista, deluso, decide di lasciare il monastero, ecco che gli si rivela pienamente l'"illuminazione". Le risposte, e le persone, il vero amore, la pienezza di sé, lo stesso maestro, tutto ciò insomma che egli pensa sia lontano e da raggiungere faticosamente e disperatamente, in realtà è sorprendentemente molto più vicino di quanto pensasse.
Questo lungo racconto, suddiviso in paragrafi che in un certo qual modo rifulgono di luce propria, in quanto in ognuno di essi vi è contenuto un completo nocciolo di filosofia orientale, denota la grande competenza dell'autore nell'inventare e costruire una storia di vita attendibile, fluida, intrigante, che invita ad approfondire con serietà i problemi esistenziali di ciascuno, indicando nel contempo al lettore una possibile strada da percorrere per ritrovare finalmente il giusto equilibrio interiore.

G.V.


Mario Volpe, "Huiko", Rogiosi Editore, 2018

giovedì 7 marzo 2019

"Il lato basso del quadrato" in una dettagliata nota critica di Stefania Di Lino


Riporto qui di seguito una approfondita e interessante nota critica che la poetessa Stefania Di Lino, che ringrazio infinitamente, ha voluto dedicarmi per il mio recente libro di poesie "Il lato basso del quadrato", Edizioni La Vita Felice.

"Il lato basso del quadrato" di Giuseppe Vetromile, nota critica di Stefania Di Lino.

‘Mai finiremo l’esplorazione/ e la fine del nostro esplorare / Sarà giungere dove iniziammo/ E sapere per la prima volta il luogo.’
(T.S. Eliot, parte finale di Little Gidding)

‘: si va per tentativi aritmetici
soppesati la sera
prima di addormentarsi’
(G. Vetromile, Il lato basso del quadrato, pag.79)

Nella narrazione psicoanalitica, si dice che l’oggetto da perseguire non sia tanto quello che rientra nel linguaggio, quanto ciò che da questo ne rimane escluso.
Trovo tale definizione adattabile anche al linguaggio poetico che, perseguendo l’innominabile, si inerpica lungo i condotti ventrali di una lingua imperfetta, quindi mai esaustiva nell’esprimere il ‘tutto’, almeno nella direzione che il poeta ricerca.
Percorrendo questi sentieri, infatti, ci si imbatte in continue fratture, in vicoli ciechi;  cesure tra il significato e il significante che il filosofo Giorgio Agàmben definisce ‘snodi’ che conducono da una lingua a un’altra. Tanto è vero che si diventa poeti per dire quello che in altro modo sarebbe difficile esprimere - forse impossibile - grazie anche alla traduzione-trasposizione – poesia è comunque traduzione – e alla possibilità di ribaltamento di registro e di piani di significazione; grazie e in virtù di uno slittamento di livello - dovuti anche all’uso di figure retoriche- che solo l’arte e la poesia, per ambizione libertaria e per un mandato preciso di svincolamento dall’ordinario, possono concedere.
Ma tale libertà espressiva, per quanto pirotecnica e immaginifica, nella traduzione del suo compiersi, - nel suo farsi ‘carne e sangue’, come dice il Vasari a proposito della pittura eretica di Piero della Francesca – tale libertà espressiva, dicevo,  nel poeta non potrà mai sottrarsi alla finitezza della materia e all’imperfezione della parola: limiti dettati da un imprescindibile principio di realtà con cui l’artista deve necessariamente misurarsi per poter realizzare la sua opera. Si cede quindi qualcosa del progetto originario (o del sogno), e si acquista qualche altra in termini di creazione sul piano della realtà. E’ esattamente da questo momento che l’opera diventa autonoma per acquisire un’identità tutta sua, a volte sorprendente persino per lo stesso autore.

E Giuseppe Vetromile, poeta, si colloca in una posizione di un realismo raro e disarmante, aderente alla terra, avendo ben presente che tali limiti appartengono esattamente a tutti gli esseri viventi, situando in tal modo l’elemento umano non in posizione egemonica o antropocentrica - molto lontana, anzi antitetica  è infatti l’idea di dominio su chicchessia-  ma pari a un filo d’erba o a un coleottero, se non altro per destino, ma forse anche per scelta, situandosi nella parte bassa (forse la più viscerale?)  di un’ipotetica finestra (quadrata).  In ogni caso parallelo alla terra.

E tali limiti Giuseppe li dichiara con umiltà quasi mistica, direi francescana, con quella sobrietà e quel certo distacco che il caso, nella sua posizione geografica (già il Sud! ma a Sud di cosa?) gli conferisce.
Lo fa chiaramente, onestamente, senza infingimenti esornativi,  già nel titolo e nell’ introduzione che lui scrive per il suo libro – [...] Partire da costituenti minimi, da geometrie di base, da sottili lati fortemente aderenti alla terra [...] - ,  ma anche in alcuni versi, in cui viene citata la concretezza della materia:

[...]
Perduti noi siamo    mia cara
nelle viscere della materia

Cantare al cielo non serve
non serve il nostro sbattere d’elitre fasulle
[...]

La geometria piana dunque, e più genericamente intesa, una visione scientifica della materia che ci rende corpi proiettati nello spazio, (forse ologrammi mescolati alla ‘stessa sostanza dei sogni’), sono il leit motiv, il filo rosso che ci guida tra i versi, ed è ciò che intride e pervade il discorso lirico di Giuseppe Vetromile nel suo poema, alto per forma e per intenti, ma che non rifugge da una certa sfumatura intimista – commoventi i testi dedicati alla madre e al padre - , e un certo tono colloquiale, dovuto all’intercalare ricorrente con cui si rivolge a una ascoltatrice ideale, appellandola affettuosamente con ‘mia cara’; un interporre quasi anaforico che rende il dettato poetico ancor più catturante, originale anche per l’uso dei due punti  collocati all’inizio del verso.

E l’uso della metafora geometrica, attinente alla formazione culturale del nostro poeta, in effetti, si giustifica ricordando l’etimologia della parola stessa che deriva dal greco antico  γή = ‘terra’ e μετρία, metria = ‘misura’, e pur evitando di citare importanti pensatori dell’antichità a tal proposito, comprendiamo appieno l’accezione filosofica del termine e il portato simbolico su cui si fonda la felice intuizione lirica e direi tutto l’assioma poetico di Giuseppe Vetromile.

Ciò anche a sfatare il persistente pregiudizio di un antagonismo, anzi addirittura di una incompatibilità, tra la visione poetica del mondo, che si vuole per ignoranza e pregiudizio, più romantica ed evanescente, contro un presupposto rigore della geometria e dei numeri più in generale, che in quanto tali, dovrebbero essere più credibili rispetto alla prima. Ma, e chiedo, esattamente in virtù di cosa?

Per ciò che mi compete, visto e appurato l’uso manipolativo delle cifre quanto delle parole, agilmente sorvolerei su tale infondato stereotipo, comprendendo in un unico orizzonte l’imprescindibile dialettica tra pittura e filosofia, matematica e poesia, scienza e arte, in passato tutt’altro che disgiunti, senza preclusioni di sorta, poiché è proprio la letteratura stessa a parlarci spesso di scienza, interrogandosi, proprio come il nostro poeta, sulla condizione umana e sul senso della nostra postura nel cosmo.
Anzi, in questo caso è il poeta a denunciare la fallacità della scienza, avvisandoci quasi alla maniera di Dostoevskij, che la ragione non è tutto e non soddisfa completamente,  non basta, e la geometria con i suoi teoremi, o la matematica con i suoi numeri, non spiegano, perché non sono in grado di spiegare:  Da questa casa pitagorica non sfuggirò/ che al declino dei numeri totali/.quando avrò reso le mie cose al mondo/ e sarò sogno di me stesso/in cammino tra le stelle/ (pag.18). 
 E nei versi del nostro poeta, la vita è rappresentata ossimoricamente come un ‘cerchio’ tutt’altro che perfetto, anzi ‘ambiguo’, con tutte le manifestazioni dell’esistere, l’affanno del vivere, le illusioni (pag. 22):

Ho con me una tabella

Non entra la ragione in questo breve spazio di luce
cunicolo tra una preghiera e un altro affanno
non entra l’evidenza del teorema euclideo
nel cerchio ambiguo della vita

: da una morte non si ricava l’equazione del cosmo
e il sogno continua all’infinito
come sparlando di questa verità di bocca in bocca

Ho con me una tabella
mia cara
per calcolarmi i passi esatti lungo il crinale
e lo sbattere giusto delle ali
verso il cielo

: così almeno l’illusione è perfetta
quanto la felicità di un’addizione

ma è tutto vano
: ho compreso il gioco della materia
in questi laterizi abbandonati

nessun grido nessuno dolore
: il paese finto giace
sotto gli occhi stupefatti

e continuiamo mia cara a credere
che tutto stia solo ora
a iniziare


Un poeta, quindi, è tale se è portatore di una visione del mondo, di un suo specifico originale punto di vista e su di sé assume, poeticamente parlando, le conseguenze di tale visione. Parlo della responsabilità della parola e della soglia verso cui, il poeta conduce i suoi lettori.
Giuseppe Vetromile, come dicevo, si dichiara da subito con la sua ‘poesia onesta’ (pag.9):

Geometrie spurie

la parte bassa del quadrato è un lato sottilissimo
umile   inerte
e sta fermo dall’eternità della legge
a sorreggere le sorti della buona geometria

laddove per ‘buona geometria’, si legga una possibile vivibile traduzione di senso dello stare al mondo, ma anche –  e siamo al topos poetico – l’andarsene da questo mondo (pag.71):

[...]
Dove andrò la casa sarà memoria d’aria e d’ombra
e sarò scritto col dito di Dio sulla faccia della terra:

di me più nulla eppure in ogni dove
combacerò perfettamente a tutto l’orizzonte

e così via fino al bellissimo testo sul fabbricato Esse che chiude il poema sulla inesauribile circolarità che alterna la vita alla morte, e viceversa, o se si vuole, tra l’entrare e l’uscire dal mondo.

In uno splendido dramma dedicato a Galileo,  in cui la diatriba, visti i tempi,  si gioca tra religione e scienza, ma il paragone calza benissimo anche con la poesia, Bertolt Brecht fa dire al fisico e astronomo del ‘500 : ‘Rimetteremo tutto in dubbio [...]  Quello che troviamo oggi, domani lo cancelleremo dalla lavagna e non lo scriveremo più, a meno che posdomani, lo ritroviamo un’altra volta. Se qualche scoperta seconderà le nostre previsioni, la considereremo con particolare diffidenza. [...] E solo quando avremo fallito, quando, battuti senza speranza, saremo ridotti a leccarci le ferite, allora, con la morte nell’anima cominceremo a domandarci se per caso non avevamo ragione.’

Stefania Di Lino


6/3/2019

domenica 3 marzo 2019

L'interessante Progetto Terra - Natura di Daniela Cococcia


Riportiamo qui di seguito il testo di un interessante progetto ideato e curato da Daniela Cococcia, solerte e bravissima organizzatrice di eventi culturali importanti, soprattutto in ambito artistico e sociale. Daniela svolge la sua intensa attività principalmente ad Ostia, ma i progetti e gli eventi che con grande competenza ed entusiasmo riesce a realizzare, la portano in tutta Italia. Da notare che non è supportata da nessun Ente e da nessuna Associazione, ed è per questo da ammirare e incoraggiare. Ho avuto personalmente il piacere di collaborare con lei, recentemente, per un bellissimo evento a Bacoli, che ha visto la partecipazione di tantissimi poeti, pittori e artisti in una piacevole serata di Estemporanea artistica.
Ed ecco il nuovo progetto, al quale invito tutti a partecipare.

Progetto Terra-Natura

La Terra è materna e nutriente, pratica e concreta, solida e rigogliosa. La Terra racchiude in sè le caratteristiche del grembo materno che accoglie la vita e la nutre, ha le qualità della costanza, pazienza e forza.
Questa premessa nasce dal desiderio di realizzare un progetto legato alla Terra-Natura, creare un progetto che rappresenti la Terra nel suo più grande significato.
Si può descrivere la creatività della Terra (con temi religiosi), di Madre Natura legata agli esseri umani (la nascita di un bambino), di tutto ciò che vediamo ogni giorno con i nostri occhi, tutto ciò che ci coinvolge psicologicamente. Praticamente il tema è vasto per tutti gli Artisti:

- I pittori (la pittura o altra forma..)
- I fotografi (Fotografie a non finire...)
- I poeti (Poesie)
- Gli scrittori (Testi narrativi)
- I musicisti (canzoni)
- Artisti di teatro attori e registi (piccolo testo o altro)
- Giornalisti (articoli o testi)
- Geologi (testi o articoli).

Questo progetto vuole raccontare il connubio che esiste tra l 'uomo e la natura attraverso i percorsi sensoriali, emozionali e visivi degli artisti presenti in questa antologia. Ognuno di loro proverà a raccontare, scegliendo il cammino a lui più consono, come ha interagito con la terra e la natura. In molti casi si tratta di un vero e proprio viaggio con se stessi, un cammino interiore, intimo o corale che ha permesso all'autore di sentirsi parte di un universo cosmico visibile con la natura circostante. Ecco allora che a seconda delle esperienze individuali, l' antologia diventa un mosaico di situazioni, storie, momenti e esperienze da condividere.

In questo progetto desidero inserire anche due associazioni che si occupano e si interessano della crescita formativa dei bambini.

Il Teatro potrebbe essere di grande aiuto per realizzare rappresentazioni teatrali, potremmo svilupparle in base a tutte le opere artistiche presentate.

Naturalmente se siete d'accordo realizzeremo un'antologia dedicata....
Poichè il tema è molto interessante, cercheremo di realizzare ove fosse possibile e con la collaborazione di tutti, eventi straordinari su questo tema meraviglioso.

Per i Poeti massimo tre poesie
Per i fotografi max tre opere.
Per il teatro un testo max tre pagine..o oltre da valutare.
Per gli scrittori max tre pagine
Per i giornalisti articolo o testo narrativo.
Per i geologi testi o saggi max tre pagine.
Per i musicisti max tre canzoni
Per i pittori max tre opere

Non è prevista nessuna quota di partecipazione, quando uscirà l'Antologia sarebbe cosa gradita acquistarne almeno una copia. Verranno programmati gli eventi e le date in base all'uscita del libro.
Questo gruppo non ha un'Associazione, tutte le spese legate alle presentazioni, affitto location e pubblicità mediatica saranno a carico della sottoscritta. La Casa editrice deciderà quante copie pubblicare, quelle rimanenti non acquistate dagli Artisti saranno a carico della Curatrice del libro (me medesima), per cui invito gli artisti partecipanti almeno all'acquisto dei libri.

Chiamatemi per tutte le informazioni. Daniela Cococcia 338.3662125


Inviare i lavori all'Editore Fuorilinea: riccardomartini@fuorilinea.it e per conoscenza a Daniela Cococcia: cococciad@libero.it , completi di note bio-bibliografiche

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"