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Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

sabato 13 aprile 2019

"Huiko", di Mario Volpe: la ricerca del vero in sé


Cosa spinge un uomo a lasciarsi tutto alle spalle e tentare una nuova, diversa, esistenza? La consapevolezza di errori compiuti che irrimediabilmente gli hanno rovinato o, quantomeno, disturbato l'attuale condizione sociale, nell'ambito di una società in cui prevale l'egoismo, la corsa al potere o, viceversa, l'insicurezza, la chiusura, la superficialità? Oppure il desiderio ardente e millenario di provare altre emozioni, altre sensazioni che possano in qualche modo stimolare di nuovo l'impellente ricerca di orizzonti e progetti di vita rinnovatori?
Fatto è che ad un certo punto dell'esistenza ci si può fermare un attimo per riflettere e per decidere di ricominciare daccapo: sempre che il turbinio in cui si è immersi in questo mondo moderno e ultratecnologico lasci il tempo, e la volontà, di soffermarsi a considerare il proprio stato esistenziale. E, una volta trovato ques'attimo, una volta che si è preso coscienza di come stanno veramente le cose, una volta aperti gli occhi, si decide. E però per prendere la classica decisione di cambiare rotta, di netto, senza se e senza ma, evidentemente ci vuole coraggio, una grande forza d'animo. Forse bisogna toccare il fondo della prostrazione, del malessere, dell'inedia fisica e spirituale, per prendere la classica decisione, di chiudersi definitivamente la porta alle spalle e partire per nuovi orizzonti.
Lo fa, serenamente perché conscio delle proprie azioni e senza rimpianti, il protagonista di questo breve ma intenso e cólto libro: Andrea. Andrea è un nome qualsiasi, che potrebbe benissimo identificarsi in ciascuno di noi, o in tutti coloro che ad un certo punto della propria vita decidono, per i motivi di cui sopra, di mettersi alla ricerca di un senso più profondo e interessante da dare alla propria esistenza. "Huiko", titolo del libro, è il venerabile Maestro che gli fornirà gli elementi di base per comprendere veramente se stesso e la sua vita.
Ma l'originalità di questo nuovo libro di Mario Volpe non sta tanto nel narrare, attraverso brevi ma esplicativi capitoli, tutto il percorso di ricerca interiore di Andrea, dalla decisione di partire fino alla consapevolezza di aver finalmente acquisito l'equilibrio e la pienezza di sé al termine del "viaggio", quanto nel mostrare al lettore le più o meno segrete, a volte persino inusuali metodologie di apprendimento della filosofia orientale, dedite alla ricerca dell'equilibrio psicofisico, alla comprensione di sé e dell'universo: pratiche di meditazione e di riflessione che da millenni caratterizzano la filosofia orientale, in contrapposizione al pragmatismo del mondo occidentale in cui siamo immersi. Il tutto, vissuto in un ambiente nuovo e inusitato per un occidentale: il Tempio, i monaci, la frugalità, la serenità, i giardini, l'apparente semplicità delle cose che sono tutt'intorno.
La partenza del protagonista è un distaccarsi completo da questo mondo "banale", a volte persino ovvio, che non è più in grado di dargli né sicurezze, né risposte, né aspettative future, né felicità: la ricchezza, il lavoro, le cose possedute, persino l'amore, sembrano vanificarsi presto nell'abisso dell'annientamento e del tempo che inesorabile trascorre e distrugge ciò che in qualche modo si è cercato di costruire. Nulla appare saldo, duraturo, credibile. Perciò il viaggio di Andrea è un distaccarsi materiale dal mondo che conosce, ma anche un lasciarsi indietro falsi valori e pregiudizi, superficialità di pensieri. Non resta che tentare l'oriente, la Cina, la ricerca della verità, dell'essenza dell'uomo.
Mario Volpe, forte della sua grande conoscenza del mondo orientale, in virtù della sua attività di imprenditore (ma di imprenditore che non si sofferma semplicemente sugli aspetti strettamente legati al suo lavoro, bensì capace di entrare in perfetta sintonia con quella realtà, comprendendone le caratteristiche più squisite), fa buon uso della sua esperienza e delle sue conoscenze per raccontare le vicende del protagonista, Andrea, con verosimiglianza e con una vena di particolare e intensa filosofia di vita: niente di inventato, quindi, ma una storia pienamente aderente alle peculiarità del mondo e della filosofia cinese. Huiko è il Maestro, un personaggio forse inventato, in realtà forse mai esistito, ma del tutto verosimile, come verosimile è la sua filosofia, la sua scuola, il suo insegnamento.
Ed infatti, l'Autore ci porta per mano nel raccontare la storia di Andrea dal momento del distacco dalle cose di tutti i giorni, fino alla piena consapevolezza di sé, acquisita finalmente grazie a questa esperienza nel monastero cinese. Ed è sorprendente come Mario Volpe costruisce il filo logico del percorso narrativo: il cambiamento del protagonista non è immediato, anzi egli ad un certo punto, preso dalla delusione perché nonostante tutti gli sforzi gli sembra di non riuscire a trovare quello che "cercava", decide quasi di tornare a casa. Egli si aspettava che il Maestro Huiko cominciasse subito le sue "lezioni", ed invece nulla accade: il maestro non si mostra, non lo chiama, e nessuno sembra in grado di dargli indicazioni più precise in merito.
Così Andrea tentenna, cerca di pazientare, trascorre le giornate da solo in meditazione o dialogando con il giardiniere. Ma proprio quando il nostro protagonista, deluso, decide di lasciare il monastero, ecco che gli si rivela pienamente l'"illuminazione". Le risposte, e le persone, il vero amore, la pienezza di sé, lo stesso maestro, tutto ciò insomma che egli pensa sia lontano e da raggiungere faticosamente e disperatamente, in realtà è sorprendentemente molto più vicino di quanto pensasse.
Questo lungo racconto, suddiviso in paragrafi che in un certo qual modo rifulgono di luce propria, in quanto in ognuno di essi vi è contenuto un completo nocciolo di filosofia orientale, denota la grande competenza dell'autore nell'inventare e costruire una storia di vita attendibile, fluida, intrigante, che invita ad approfondire con serietà i problemi esistenziali di ciascuno, indicando nel contempo al lettore una possibile strada da percorrere per ritrovare finalmente il giusto equilibrio interiore.

G.V.


Mario Volpe, "Huiko", Rogiosi Editore, 2018

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"