E' stato presentato con successo ieri, venerdì 13 settembre, nella
Biblioteca Comunale di Sant'Anastasia (Na), il recente libro di Luisa Bossa,
"Donne in carne e ossa", Edizioni CentoAutori. Si tratta di una
raccolta di cinque racconti, in ciascuno dei quali viene narrata la storia di
una donna che vive e si confronta in una società che impone le sue regole, le
sue abitudini millenarie, una società nella quale ancora la donna deve subire e
adeguarsi ad un comportamento tacitamente maschilista, intriso di tabù e di
distorsioni, di fatue appariscenze, di deviazioni e di ingiustizie.
Il panorama è certamente quello del sud, un meridione in cui
è ancora profondamente radicato il senso di cosificazione della donna, uno
stato dal quale la donna ben di rado riesce purtroppo ad emergere, e quando lo
fa, lo fa con impeto improvviso e battagliero, riuscendo alla fine, se non
proprio ad ottenere giustizia definitiva, almeno a riconquistare la propria
intima dignità e personalità. Spesso anche a costo della propria vita.
Sono storie di disagio e coraggio, come leggiamo nella
quarta di copertina, cioé due comportamenti estremi: da una parte il disagio
che più o meno consapevolmente prova ciascuna delle cinque protagoniste
nell'affrontare una situazione scabrosa o nel vivere una realtà distorta e
sconveniente; e dall'altra il coraggio, la presa di coscienza totale e
liberatoria, l'uscita da uno stato opprimente sia fisicamente che
psicologicamente, il riscatto pieno, anche a costo, come dicevamo, dell'estremo
sacrificio della propria vita.
Sono storie vere, di "donne in carne e ossa",
magistralmente presentate e introdotte singolarmente da altrettante
giornaliste, attrici e personaggi impegnati, come Maria Rosaria Capacchione e
Monica Guerritore. Ma sono anche storie emblematiche, perché ciascuna è
rappresentativa di uno stato e di una situazione femminile verosimilmente
ancora alla ribalta, in questo mondo in cui la donna è ancora soggetta a
stereotipi negativi, a regole e usanze prevalentemente
dettate dal mondo maschile.
Questo libro di Luisa Bossa è in effetti un mosaico composto
da cinque grandi tasselli, cinque grandi storie di donne coraggiose che
riescono alla fine ad infrangere quella barriera di ipocrisia e di noncuranza
che cerca di allontanare dalla società civile, di porre in secondo piano, una
realtà, che in massima parte coinvolge il mondo femminile, distorta e
distorcente, degradata e del tutto ingiusta.
Ecco: l'ingiustizia, l'ingiustizia e la sopraffazione: queste
le negatività maggiori affrontate e superate dalle nostre cinque protagoniste,
che potremo conoscere leggendo il libro di Luisa Bossa, una scrittrice che sa
esporre il testo con uno stile asciutto e diretto, prossimo, in modo comportamentale e psicologico, alle protagoniste delle storie, tanto da far
immedesimare il lettore nelle stesse, a prenderne parte in prima persona e a
condividerne in pieno le sofferenze, le aspettative, la riscossa, il
sacrificio, il sogno.
Giuseppe Vetromile