Poeta chiama poeta: si entra nel mondo dei nostri
predecessori che hanno già percorso le felici / sofferenti strade della poesia,
si assorbono e si condividono i loro pensieri, le loro ideologie, le loro
filosofie, la loro vita… per illustrarla di nuovo, per riportarla a noi, ancora
e sempre viva e vivida.
Questo "attingere", come si fa calando un secchio
in un pozzo d'acqua sorgiva, al mondo poetico trascorso, può verificarsi anche
per la realtà poetica contemporanea. Molto spesso si tratta di
"semplici" traduzioni, cioè di versioni in altra lingua di testi e
componimenti originali. Altre volte, però, il protagonista, diciamo così, del
lavoro di "recupero", non si limita ad una mera traduzione, per
quanto raffinata e intelligente, bensì supera il difficile ostacolo della
"versione", infondendo nell'opera originale nuova linfa e nuova
vitalità, nuovo splendore.
È il caso di Mario Fresa, poeta finissimo, acuto critico
letterario, che già da alcuni anni, oltre a scrivere di proprio, si dedica alla
"reinterpretazione" di alcuni classici: si veda ad esempio l'ottimo
lavoro su Marziale ("Omaggio a Marziale"), su Catullo ("Catullo
vestito di nuovo"), su Apollinaire ("In viaggio con
Apollinaire"). E dunque, questo recente "Alfabeto Baudelaire"
del nostro poeta salernitano, instancabile "restauratore", in un
certo senso, degli splendori poetici del passato, si pone certamente sulla
stessa linea progettuale, in una veste ancora più ricca ed elegante nella sua
sobrietà e serietà.
Si tratta di dodici testi tratti dai "Fiori del
Male", l'eterno capolavoro con cui il grande poeta francese ha dato inzio
alla modernità della poesia europea, anticipando il decandentismo e
introducendo il simbolismo. Mario Fresa ha profuso in quest'opera tutto il suo
ingegno letterario, ponendosi al centro del pensiero di Baudelaire ed
eseguendone un'interpretazione originale e consona, scegliendo le seguenti poesie:
"Benediction" (Benedizione), " À une passante" (A una
passante), "Le Vampire" (Il Vampiro), "L'Albatros"
(L'Albatro), "Le chat" (Il gatto), "Le mort joyeux" (Il
morto lieto), "La musique" (La musica), "Les litanies de
Satan" (Le litanie di Satana), "Correspondances"
(Corrispondenze), "Spleen" (Spleen), "L'invitation au
voyage" (Invito al viaggio), "Le vin des amants" (Il vino degli
amanti).
Certamente è un'operazione validissima, che ha richiesto da
parte di Mario Fresa uno studio accurato, volto a realizzare una selezione
importante, che risultasse pienamente rappresentativa della grande e complessa
opera "Les fleurs du Mal": da qui l'indovinato titolo del volume di
Mario Fresa: "Alfabeto Baudelaire".
Il volume si presenta con una veste tipografica elegante,
grazie anche ai preziosi disegni di Massimo Dagnino, disegni che, come
giustamente afferma Davide Cortese nella sua attenta postfazione, sono
collegati concettualmente ai testi poetici.
Accogliamo dunque quest'altra opera di grande valore del
poeta e critico Mario Fresa, degna di rientrare nel novero delle più
intelligenti e ben riuscite traduzioni in italiano del grande poeta francese.
G.V.
Mario Fresa, "Alfabeto Baudelaire", EDB Edizioni,
Milano, 2017. Disegni di Massimo Dagnino, postfazione di Davide Cortese.
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