Taccuino Anastasiano è il proseguimento del Blog "Circolo Letterario Anastasiano", con il quale rimane comunque collegato (basta cliccare sul logo del CLA).
Sarà questo un blog essenzialmente dedicato alle recensioni, alle notizie letterarie, alle presentazioni di libri ed agli appuntamenti ed incontri relativi al nostro territorio vesuviano, e non solo: dedicheremo spazio a tutte le notizie interessanti che ci giungeranno, con lo scopo di fornire valide informazioni culturali e spunti di riflessione su temi di carattere poetico e letterario in generale.
Buona lettura e buona consultazione.

Poesia a Cerro al Volturno, 30/8/25

domenica 9 novembre 2025

Presentato a Sant'Anastasia il libro "Mai spegnere la luce" di Rita Terracciano

Nell'ambito della Rassegna "Sant'Anastasia Arte e Spettacolo" di Carmine Giordano, patrocinata dal Comune di Sant'Anastasia, è stato presentato il nuovo libro di Rita Terracciano, "Mai spegnere la luce", dedicato alla nonna. L'incontro è avvenuto giovedì 6 novembre 2025 presso la nuova sede della Scuola di Teatro di Carmine Giordano, presente l'Assessore alla Cultura dottoressa Veria Giordano.
Sono intervenuti, dopo i saluti di Carmine Giordano e dell'Assessore, Giuseppe Vetromile e Melania Mollo.

Qui di seguito una breve riflessione sul contenuto del libro.

Le storie familiari, più o meno autobiografiche, sovente vengono scritte per raccogliere ricordi e memorie, in un processo di autoreferenzialità che potrebbe comportare dei rischi, in quanto, in qualche caso, potrebbe non interessare la gran parte dei lettori. In altri, pochi casi, questi racconti hanno invece il pregio di narrare, attraverso gli episodi, le vicende e la vita dei protagonisti, le culture, le tradizioni e soprattutto i valori fondamentali della famiglia e della società. In un mondo che va rapidamente svuotandosi di questi valori, che rappresentano il cardine etico e morale, l’ossatura sulla quale si costruisce una società sana, in un mondo che mira essenzialmente al tornaconto personale e gli affetti sono relegati a puri incontri materiali, proporre la storia di un legame affettivo particolarmente intenso è non solo educativo, ma assume un aspetto culturale di non secondaria importanza, e cioè il recupero di un mondo in cui la schiettezza e la sincerità, unite all’umiltà e alla semplicità del modus vivendi, costituivano le fondamenta della vita quotidiana, sia in ambito familiare che in quello sociale.
Mai spegnere la luce, di Rita Terracciano, rappresenta molto bene, con la sua narrazione, questi valori fondamentali, questa sincerità e schiettezza e umiltà della vita; una semplicità, beninteso, che non significa superficialità, bensì ricchezza di contenuti e sobrietà esistenziale.
Il libro si compone essenzialmente di tre parti. Nella prima c’è la storia penosa degli ultimi giorni della nonna, nella seconda Rita ha sapientemente inserito una serie di fotografie familiari, per lo più riguardanti la nonna Livia e le fasi del suo matrimonio con il nonno Francesco: una documentazione fotografica rilevante, che mostra la città di Sant’Anastasia come era negli ultimi decenni del secolo scorso. La terza parte è costituita essenzialmente da una lettera alla nonna e ai motivi che hanno spinto Rita a scrivere questo interessante libro, oltre ai ringraziamenti.
In questo libro la modalità intensa della narrazione riesce a coinvolgere il lettore, prendendolo quasi per mano e mostrandogli le sequenze come se fossero trasferite in uno scenario attuale, vivo e palpitante. La bravura e la competenza letteraria dell’autrice hanno reso possibile questa trasposizione scenica, grazie alla quale il lettore sente, avverte, le stesse emozioni provate dall’autrice, fin nei minimi particolari: l’attesa, l’ansia, le preoccupazioni, gli stati d’animo mutevoli a seconda del progredire della malattia della nonna, gli alti e bassi, i sensi di colpa provati per non essere stato in grado di accudirla perché costretta a letto per un’influenza, il dispiacere di vedere la nonna isolata in una fredda stanza d’ospedale, e soprattutto le feste natalizie offuscate dall’assenza della nonna, contrariamente a quanto di solito avveniva: un Natale certamente più triste e più freddo.
Il libro è percorso dunque da un afflato affettivo nei confronti della nonna davvero intenso e nobile, e rappresenta il filo conduttore che tiene insieme i diversi valori che la narrazione suggerisce: dall’affetto familiare al rispetto delle tradizioni che un tempo erano in grado di mantenere coesa le comunità, favorendo la socialità; e poi il velato ma importante e forte richiamo alle radici, la consapevolezza di avere alle spalle un consolidato nucleo storico, geografico e sociale, grazie al quale è sempre possibile riferirsi e rapportarsi per costruire società più sane e per dare un senso profondo al nostro progredire lungo il difficile percorso della vita quotidiana.
È un memoriale affettivo e storico, dunque, questo libro di Rita Terracciano, che ci riporta all’importanza delle radici, come dicevo, ma che, attraverso la storia delle tribolazioni della nonna, ci vuole anche suggerire riflessioni etiche e filosofiche sul senso della vita: "Mai spegnere la luce", così amava affermare la nonna, quasi un motto, è infatti lo sprone, la speranza, la tenacia, il coraggio, il non perdersi mai d’animo di fronte alle negatività della vita, ed è questo a mio avviso il nocciolo educativo più importante racchiuso in questo libro.

Sant'Anastasia, 6 novembre 2025



Nessun commento:

Posta un commento

Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"