Il diario è un intimo strumento letterario su cui riversare,
quotidianamente, le proprie riflessioni, i propri dubbi, e le gioie e i dolori,
insomma tutto ciò che muove e sommuove il proprio animo. Un alter ego con cui
dialogare, da cui trarre spunti e annotazioni per imprese e progetti futuri. Lo
si tiene segretamente nel cassetto, perché è una reliquia preziosa, è la nostra
stessa persona, senza falsi cliché e senza infingimenti: naturale e autentica.
Ma rimane un diario, un quaderno con un grande valore umano ma senza nessun
valore letterario (a meno che non sia un'opera importante, del tipo "Il
diario di Anna Frank). Quando poi questo "diario" assume le fattezze
di un'opera letteraria di un certo rilievo, e nella fattispecie un testo
poetico, allora la cosa assume tutto un altro aspetto.
Nella maggior parte dei casi, però, quando il poeta esprime
le sue riflessioni e il suo stato d'animo in versi, in un lungo viaggio che
parla dei propri problemi esistenziali, può cadere nella trappola
dell'autoreferenzialità, del "piangersi addosso" e della
melensaggine, tutte caratteristiche che denotano negativamente un percorso
poetico che dovrebbe, in effetti, estrapolarsi da tali contaminazioni
sentimentali. E' sorprendente, dunque, come in "La mia vita davanti"
di Silvia Verdoliva, tale estrapolazione, tale distacco, si renda
evidentissimo, e in modo pregevole. Il "diario" di Silvia, che è un
diario di vita, di vissuto, di aspettative tradite, di sentimenti intensi
provati e negati, è coraggiosamente narrato in versi, versi che trasportano già
in sé la forza e l'intensità delle prove giornaliere, sia dal punto di vista
sentimentale che da quello umano e sociale, che la nostra autrice ha affrontato
finora. Voglio dire che esprimere la propria vita e i propri sentimenti in
poesia, lungi dalla mera annotazione, per quanto accorata e intensa, sulla
pagina del proprio "diario", diventa operazione raffinata, valida
artisticamente e culturalmente, aderente appunto ai canoni e alle modalità
essenziali dello scrivere di poesia: laddove è opportuno e, direi, sostanziale,
distaccarsi ed elevarsi dal piano invischiante dell'immediatezza sentimentale,
per produrre con maggiore "scienza" e padronanza e tecnica e stile,
il dire poetico. Un po' come quando in polizia viene affidato il
"caso" ad altri perché il commissario di turno, essendo direttamente
coinvolto in quanto parente dell'ucciso, potrebbe non essere del tutto lucido
razionalmente nell'affrontare la situazione.
E Silvia Verdoliva, scrivendo questa bella raccolta poetica,
riesce a vedere "razionalmente" davanti a sé, davanti alla sua vita,
imbrigliando bene tutto il subbuglio interiore che in primis genera la sua
forza poetica, la sua creatura poetica; e lei è ben consapevole di ciò. La
poesia non nasce semplicemente dall'esperienza di vita, ci vogliono poi
attrezzature adatte e particolari inclinazioni, capacità quasi innate che
devono essere costantemente coltivate e interrogate, per procedere sempre
meglio lungo la strada della poesia, del fare poesia. Altrimenti si ricadrebbe
nella semplicità del "diario", che tutti in qualche modo sono in
grado di scrivere.
Come ogni buon libro di poesie che si rispetti, anche questo
di Silvia Verdoliva, "La mia vita davanti", ponendosi, ripeto, molto
più in alto, artisticamente parlando, rispetto ad un semplice diario, espone un
progetto itinerante, un "viaggio", che prende, sì, spunto dalla
propria intima storia personale, dal proprio vissuto, ma nel contempo riesce ad
estrapolarsi dal "personale", per divenire condivisibile
universalmente: è questo, come dicevo, il pregio della poesia, e in particolare
quella di Verdoliva: saper tradurre, rendere, riplasmare, il proprio vigore
sentimentale, in modo tale che il lavoro poetico derivante sia effettivamente
episodio, fatto, operazione artistica e letteraria alta, valida per tutti. E il
suo è un viaggio che parte da lontano, dai primi sentimenti genuini di ragazza
pronta alla vita, sentimenti che restano poi, via via, incapsulati ma non
frantumati, non sfumati, dalla durezza della realtà quotidiana, dalle
spigolosità della vita e, anche, dalla cattiveria delle persone vicine.
"La mia vita davanti" è un affrontare consapevole il futuro, sulla
base, potremmo dire, delle esperienze trascorse, negative alcune, sì, ma
sufficienti a donare all'autrice una veste più robusta, uno sguardo più
perspicace sul mondo: è una presa di coscienza poetica coraggiosa, direi quasi
eroica; un "ritorno al mondo" del tutto consapevole: "Invece
oggi torno al mondo: / rocambolesco mio tonfo! / In uno spazio troppo angusto,
/ in un dolore assai profondo. / E allora, / vorrei che fosse pioggia / vorrei
che fosse morte, / e vorrei restare sola / stanotte. / E vorrei che fosse vento
/ vorrei che fosse terra: / rossa terra nuova, / terra garganica..."
Ma poi il viaggio continua e l'autrice si rende conto che
"E' finito il tempo / di tutte le cose. / Gettane qualcuna / nel pozzo
dei ricordi / e pescane, di tanto in tanto, / una stilla di sorriso. / E'
finito il tempo / di ballare. / Lascia al palco la bambina / e dille, senza
compianto, / che più non crescerà. / E' finito il tempo di scherzare, / di dar
matto - sonnecchiare. / Non è più tempo / dell'estate. / Delle stelle cadenti,
delle / cosce bollenti - insensate risate!" ("Equinozio d'autunno");
sono versi che risuonano di una amarezza contenuta, quasi a convicere se stessa
che la realtà quotidiana è purtroppo altra cosa rispetto ai sogni e alle
dolcezze del passato.
Alle disillusioni, ad un amore tradito, spezzato, Silvia
Verdoliva risponde con la positività della sua "Vita davanti",
inserendo nei suoi versi tutta la forza, la sua veemenza, ma nello stesso tempo
la sua dolcezza e la sua gradevole musicalità che rendono il suo dettato
poetico fluido e ritmato, certamente elevato. Il libro è ben progettato, è
evidente il lavoro di "confezionamento" dell'autrice nel realizzare
tutto il suo "viaggio" nei propri sentimenti, e che riesce ad
interessare intensamente il lettore fin dalle prime pagine.
Siamo quindi di fronte ad un'opera letteraria di ottimo
livello, e chiudiamo queste riflessioni sul suo libro augurando alla giovane
poetessa stabiese un percorso sempre più ricco di meritati successi poetici.
Silvia Verdoliva, "La mia vita davanti", Edizioni Creativa, 2013; prefazione di Sergio Saggese.
G. Vetromile
9/2/14
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