Accostarsi alla complessiva produzione poetica della
poetessa calabrese contemporanea Maria Teresa Liuzzo, nata nel 1956 a Saline di
Montebello Jonico, significa inoltrarsi nei ‘meandri dell'essere’, nel
labirinto di un'anima dalla straordinaria profondità. I versi raffinati della
poetessa fluiscono armoniosi e, nella loro apparente semplicità, guidano verso
i primordi dell'esistenza universale,
aprono uno spiraglio sull'Infinito che ammalia con il suo prepotente richiamo
ancestrale. Nelle parole adoperate da M. T. Liuzzo aleggia un afflato cosmico,
il ‘respiro del mondo’, un palpito caldo e struggente nel quale il dolore si
sublima e dall'Io-Coscienza dell'individuo singolo si trasmette alle immagini
di un presunto mondo reale ed oggettivo. Ogni particolare della realtà è
continuamente riplasmato dalla sua fervida creatività in puro simbolismo
metaforico, metafisica allusiva, surrealismo visionario.
Già dal titolo di una delle sue numerose sillogi, Autopsia
d'immagine, si desume con efficacia il binomio morte-vita che è il polo
unificante di tutte le centonove liriche che la compongono. L'indagine
analitica del senso ultimo dell'esistenza scaturisce vivido soprattutto
attraverso le immagini che la memoria riesuma dal passato: frammenti di
nostalgie, sprazzi d'infanzia,
impressioni di sogni evanescenti, lusinghe di felicità perdute. Il
ricordo si assimila allora al profumo di un petalo di rosa, ritrovato per caso
tra le pagine di un libro, che si credeva dimenticato: ma basta sfogliare
quelle pagine, annusare i fragili resti del fiore per ritornare, come Proust,
indietro, alla ricerca del tempo perduto, per essere catturati dall'immagine
completa della rosa, quand'era viva,
nel pieno rigoglio di un roseto appena sbocciato. Ma è come se l'autrice
aggiungesse che, anche negli aspetti più radiosi dell'esistenza, si annidi il
tarlo della consunzione, della morte, della precoce dissolvenza: ‘piaghe di
roseto’, ‘cardi’, ‘inferno di spine’, ‘trincea delle spine’, ‘il rosso del
papavero’ che diventa ‘sangue acre di labbra’, il ‘miele’ misto al ‘veleno’, si
legge in ordine sparso nelle sue numerose liriche.
L'ordito poetico è costruito su continui ossimori: la radiosità
accecante del sole si contrappone alla cecità della coscienza che brancola nel
buio della notte, metafora dell'incapacità umana di cogliere ‘l'incognita di
esistere’, il senso inafferrabile e misterioso della vita. ‘La quiete apparente
dell'azzurro’ cela l'enigma della ‘realtà feroce e vera’, la dolcezza esteriore
della vita si infrange contro le sue brusche impennate di dolore e crudeltà, il
‘sangue’ continuamente versato, quale conseguenza della ferocia del mondo
naturale, o dell'odio umano: ‘Parlami della morte prezzo della vita’. Le
speranze inseguite, le attese del futuro, si coagulano intorno alle immagini
della ‘luce’ opposte al grigiore della vita quotidiana: sono come ‘aquiloni’
che volteggiano ‘sui giardini dei crisantemi’.
Il senso cupo ed opprimente della morte, puntuale rovescio
della medaglia della vita, la lenta e fatale corrosione delle cose, la caducità
e l'estrema fragilità esistenziale, trovano il loro correlativo oggettivo nei
continui corredi funerari: la bara, le croci, gli scheletri, i bisturi del
chirurgo, i fantasmi, il dialogo con i morti, che si insinuano anche dietro le
più solari e mansuete epifanie della vita. La natura si oppone all'uomo come la
mater matrigna di leopardiana memoria, fredda ed indifferente alle sorti dei
mortali. La solitudine, l'angosciante consapevolezza della ‘barriera dei
giorni’, di una vita abitudinaria e ‘sempre uguale’, che scorre lenta e
tranquilla, come ‘spento mormorio di ruscelli’, in apparenza mite, ma che nel
suo implacabile corso trascina tutto verso
l'inevitabile rovina. Ed in questo inarrestabile cammino
procede l'accumulo degli anni, con il loro peso progressivo e crescente, nel
quale l'uomo si trascina dietro il fardello di non poter ‘dimenticare’ il
proprio passato. L'uomo resta così prigioniero delle proprie stesse ‘gabbie
d'illusioni’, senza le quali non sentirebbe la vita che nel dolore, anche
quando, vanamente rincorse, si infrangono contro i ‘muri’, emblemi dei limiti
umani, di un'impossibile libertà dai
condizionamenti storici, sociali, culturali, di quell'humus di appigli
terrestri dai quali è impossibile prescindere, senza rischiare di annullare
l'essenza stessa dell'essere umano. Gradualmente, con il tempo, anche il
‘corpo’ si svuota di aspettative e speranze e il percorso della vita, divenuto
‘vuoto’, privato della sua consistenza materiale, si assimila ad un ‘fantasma’
che si aggira e alita ancora
dentro la vita: ‘Apparenza di passi siamo’, ‘Consistiamo in
un sogno di creta’, ‘Siamo canne vestite di tormento’, ‘Un frusciare d'uomini e
di foglie’, ‘Miraggio di un'essenza che s'illude divina’.
L'universo cupo e pessimista della Liuzzo, a volte dipinto a
tinte crude e fosche, ma senza mai sconfinare nel compiacimento gotico, sembra
non essere rischiarato da alcuna luce di fede divina, da alcuna finalità
escatologica: le sofferenze, gli affanni, il dolore del vivere non sono
riscattate da alcuna possibilità di fuga, per quanto testarda e sempre viva
resti nell'uomo l'aspirazione a volare come un ‘albatro’, per poter ‘saltare il
blu oltre il muro’, attingere l'Assoluto, ricongiungersi in chiave panteistica
al Tutto di cui l'uomo fa parte, per quanto esiliato nella mortificante
limitatezza del contingente, ed assurgere finalmente ad una dimensione
intangibile, di inalterabile infinità.
Nell'ossessivo ripetersi ciclico del "nulla
eterno", nel cerchio senza né inizio, né fine, si raccorda il fluire
eterno dell'essere nel divenire, dove si alternano ‘apparizioni e scomparse’,
in cui il tutto diventa ‘eterno ritorno’, come in Nietzsche. L'uomo per la
Liuzzo resta confinato nel suo desolato solipsmo, ‘gettato’ in un mondo
caotico, rumoroso, superficiale e violento che non smette mai di ‘piantare nel
petto un campo di croci’ senza un perché. ‘Non chiederci la formula che mondi
possa aprirti/ sì qualche storta sillaba e secca come un ramo’ scriveva già
Montale. Similmente la Liuzzo afferma: ‘La vita è un treno d'estranei vagoni/ a
folle velocità lanciati/ sfuggenti al pensiero’. Non
mancano anche gli echi che rinviano ad Ungaretti ai quali,
come in un controcanto, la Liuzzo soggiunge: ‘e le stelle si spengono al nostro
quieto passare’.
Solo la forza dell'amore, della solidarietà e della
fratellanza, messaggio che emerge dalla poesia dedicata a Madre Teresa di
Calcutta, sono capaci di spezzare le ‘forbici d'ansia’, i ‘nodi di catene’,
‘l'amaro filo della vita’, in ultima analisi tutto il pianto ed il dolore di
cui è intriso il mondo: ‘Non ci è amico il mondo’, né ‘la farsa dei tempi’
tanto più dei nostri, del Terzo Millennio.
L'unica via di salvezza in grado di incivilire l'uomo, è
come già per il Foscolo, il canto poetico, ‘il sangue deporre sulla carta per
non morire’. Solo la scrittura creativa, il Dàimon, il fuoco dionisiaco
dell'ispirazione poetica, può esorcizzare la morte, perché la parola è forte
più del tempo, più dell'amore, più dell'odio, più delle guerre e delle
violenze, più della fortuna mutevole e cieca.
Svaniscono i ricordi, l'ansia delle attese, le gioie e le
tristezze, persino i dolori più atroci, ma la scrittura sopravvive alla polvere
del tempo, al fiore che presto diverrà ‘cenere’, al buio che rapido subentrerà
al ‘sole di un istante’. La vertigine della scrittura poetica, la ‘magia della
parola’ diventa dunque nella Liuzzo catarsi aristotelica che sconfigge i
controsensi esistenziali, che dà ‘il senso dell'andare’. Nella sua delicata
sensibilità, la poetessa non aspira alla fama, alla notorietà: ‘il seme
rifiutare della gloria’.
Ha sottilmente osservato l'eminente critico irlandese Peter
Russell che, se togliessimo i titoli di ciascuna delle liriche che formano la
vasta produzione della Liuzzo, affiorerebbe ‘un'unica trama’, ma resterebbe
forse ancora più forte la sensazione di essere stati catturati dal suo
particolare flusso di coscienza: un caleidoscopio inesauribile di pensieri, di
immagini e di parole, dove ciò che è, ‘non è più l'attimo dopo’, dove tutti gli
esseri viventi ‘siamo l'attimo’, ‘onde siamo’, ‘siamo l'erba’, ‘granello di
sabbia’, ‘scintilla dell'attimo’, siamo semplicemente ‘l'attimo fuggente’.
Da Autopsia d’immagine di Maria Teresa Liuzzo, Reggio
Calabria, A.g.a.r. Editrice , 2002, pp.41,43 e 51:
Nel profumo di un fuoco lontano
In punta di piedi procedere
su scaglie vetrose d'insetti,
l'incertezza rimuovere
del pensiero, saltare il blu
oltre il muro, percepire
il profumo di un fuoco lontano
e togliere le catene ai fiori
tra i fili spinati della seta,
scrostare le terrose squame...
Apparenza di passi siamo
e spento mormorio di ruscelli
se perdiamo il senso dell'andare.
Sillaba di luna
Nulla trattenere del tempo
nell'effimero spazio
dell'esistenza o una sillaba di luna
che illumina il pianto
e dà voce al silenzio. La memoria
riporta la barriera dei giorni
e la tua mano perduta nella mia
all' ombra declina
d'un aquilone.
Attori
Ed eccoci,
ospiti graditi sulla scena,
tatuaggi di colori
senza tocchi di dita.
Respiro del discontinuo ci travolge
la rapida del tempo:recitiamo brandelli d'acqua.
Bibliografia
M. T. Liuzzo, Autopsia d’immagine, Reggio Calabria, A.g.a.r.
Editrice, 2002.
M. T. Liuzzo, L’acqua è battito lento, Lineacultura, 2001.
M. T. Liuzzo, Eutanasia d’utopia, Jason Editrice, Reggio
Calabria,1997.
M. T. Liuzzo, Umanità, Jason Editrice Reggio Calabria,1996.
M. T. Liuzzo, Apeiron, Jason Editrice, Reggio Calabria,1995.
M. T. Liuzzo, Psiche, Poeti del secondo ‘900 italiano, Jason
Editrice, Reggio Calabria,1993.
M. T. Liuzzo, Radici, poesie dell’anima, Reggio Calabria,
A.g.a.r. Editrice,1992 .
Nota bio-bibliografica
Marcella Di Franco è docente di Lingua e Letteratura
italiana e latina di scuola secondaria superiore. Nutre da sempre un vivo
interesse per la scrittura creativa. Ha pubblicato una monografia storica per
il Centro Studi Sanguis Christi (Roma), 2010 (www.csscro.it).
Suoi articoli, saggi, recensioni e testi letterari sono
apparsi in varie collane antologiche, riviste culturali, italiane e straniere,
tra le quali: Gradiva, International Journal of Italian Poetry, diretta dal
Prof. Luigi Fontanella, Dipartimento di Lingue, letteratura e cultura europea
dell’Università Stony Brook di New York, USA, anno XXXVII, n.43-44, Leo S.
Olschki editrice, Firenze, 2013, p.91, p.211 (www.olschki.it/periodic.htm); AA.
VV. Il Federiciano 2013 - Libro blu, Aletti editore, Villanova di Guidonia
(Roma), 2013, p.58, (www.alettieditore.it); AA. VV. Antologia del Premio
letterario Napoli Cultural Classic, Albus Edizioni, Caivano (Napoli), 2014,
pp.64-66, (www.albusedizioni.it); La Nuova Tribuna Letteraria NTL, anno XXIII,
n.112, Padova,2013, pp.11-12 (www.literary.it); Astolfo, quadrimestrale del
Dipartimento di Scienze Letterarie e Filologiche
dell'Università di Torino, diretto dal Prof. Giorgio Barberi
Squarotti, Edizioni Dell'Orso, Alessandria , anno IV, n.1, pp.57-67; Cultura e
prospettive, n.16, e n.17, Catania, 2012 (www.ilconvivio.org, supplemento
all’Accademia Internazionale Convivio n.50 e n.51); Artea - Ruba un raggio di
sole per l'inverno, Edimond, Città di Castello (Perugia), p.67; Storie/All
write,
periodico internazionale bilingue, Leconte editore, n.59,
Roma, p.140; Il Ponte Italo-Americano, bimestrale italiano-inglese, diretto dal
Prof. Orazio Tanelli, anno XIII n.5, p.26; anno XV n.4, p.21; anno XVI n.1-2,
p.13 e p.32, Verona, New Jersey (USA); Art & libri, mensile diretto dallo
scrittore Mario Grasso, anno VIII, n.28, Catania, pp.1-2. Storie e racconti di
mare, vol. XII.
Opere selezionate dal concorso Fatti di bordo nel XXV Premio
Artemare, Catania, pp.127-134,
(www.artemare.it/Racconti%20XIII.pdf); Antologia Mons
Aegrotorum, Venilia editrice, Padova, pp.31-32; Silarvs, rassegna bimestrale di
cultura, anno XXXI, n.169, Salerno, pp.62-67; Antologia Città di Leonforte, XIV
edizione, Enna, pp.50-63. Alcuni dei suoi testi letterari sono catalogati nella
Biblioteca del "Centro di ricerca sulla poesia contemporanea S.
Zuppardo" di Gela (CL), 2013.
Tra i numerosi premi letterari nazionali di poesia e
narrativa conseguiti, si ricordano: seconda classificata nella IX edizione del
premio internazionale artistico - letterario Napoli Cultural Classic, sezione
lingua straniera, Nola (Napoli), 2014 (www.culturalclassic.it); V edizione del
premio Dario Prisciandaro, Perdifumo (Salerno),
(www.positanonews.it/articoli/96403/perdifumoXII_meeting), 2013; finalista
nella V edizione del premio internazionale Il Federiciano, Rocca Imperiale
(Cosenza), 2013; I edizione del Premio Angelo Musco, presieduto dal Prof.
Giovanni Tropea, Milo (Catania), (www.comunedimilo.ct.it/premiomuscoediz2007.htm); VI edizione del premio Subway
letteratura, IULM di Milano, finalista per la sezione città di Palermo
(www.subway-letteratura.org), 2007; prima classificata nella I edizione del
Premio Artea, Citta di Castello (Perugia); IX edizione del premio
A.s.c.a.m.e.s., Caltanissetta; III edizione del Premio Il Convivio, prov. di
Messina; XXV edizione del Premio Artemare, Riposto (Catania), presieduto dal
Prof. Orazio Licciardello (www.artemare.it/Racconti%20XIII.pdf); segnalata nella I
edizione Exit - La Clessidra, Milano; prima classificata nella XXX edizione del
Premio Tiracivm – prov. di Messina; finalista nella I edizione del Premio Mons
Aegrotorum, Padova; V edizione del Premio Dr.Gennaro Scetta, Città di
Poggiomarino, Striano (Napoli); XXV edizione del Premio Silarvs, Battipaglia
(Salerno); terza classificata nella XIV edizione del Premio P.E. Santangelo,
Leonforte (Enna), presieduto dal critico letterario Carlo Muscetta. Ha anche
vinto una competizione universitaria, promossa dal Movimento per la Vita
italiano, V e VII edizione, premiata con un viaggio al Parlamento Europeo di
Strasburgo e, in occasione della XXV annualità del Concorso Europeo, nel 2012,
è stata invitata nell’Aula Paolo VI, Città del Vaticano, insieme ai vincitori
delle precedenti edizioni.