Cosa spinge un uomo a lasciarsi tutto alle spalle e tentare
una nuova, diversa, esistenza? La consapevolezza di errori compiuti che
irrimediabilmente gli hanno rovinato o, quantomeno, disturbato l'attuale
condizione sociale, nell'ambito di una società in cui prevale l'egoismo, la
corsa al potere o, viceversa, l'insicurezza, la chiusura, la superficialità?
Oppure il desiderio ardente e millenario di provare altre emozioni, altre
sensazioni che possano in qualche modo stimolare di nuovo l'impellente ricerca
di orizzonti e progetti di vita rinnovatori?
Fatto è che ad un certo punto dell'esistenza ci si può
fermare un attimo per riflettere e per decidere di ricominciare daccapo: sempre
che il turbinio in cui si è immersi in questo mondo moderno e ultratecnologico
lasci il tempo, e la volontà, di soffermarsi a considerare il proprio stato
esistenziale. E, una volta trovato ques'attimo, una volta che si è preso
coscienza di come stanno veramente le cose, una volta aperti gli occhi, si
decide. E però per prendere la classica decisione di cambiare rotta, di netto,
senza se e senza ma, evidentemente ci vuole coraggio, una grande forza d'animo.
Forse bisogna toccare il fondo della prostrazione, del malessere, dell'inedia
fisica e spirituale, per prendere la classica decisione, di chiudersi
definitivamente la porta alle spalle e partire per nuovi orizzonti.
Lo fa, serenamente perché conscio delle proprie azioni e
senza rimpianti, il protagonista di questo breve ma intenso e cólto
libro: Andrea. Andrea è un nome qualsiasi, che potrebbe benissimo identificarsi
in ciascuno di noi, o in tutti coloro che ad un certo punto della propria vita
decidono, per i motivi di cui sopra, di mettersi alla ricerca di un senso più
profondo e interessante da dare alla propria esistenza. "Huiko", titolo
del libro, è il venerabile Maestro che gli fornirà gli elementi di base per
comprendere veramente se stesso e la sua vita.
Ma l'originalità di questo nuovo libro di Mario Volpe non sta
tanto nel narrare, attraverso brevi ma esplicativi capitoli, tutto il percorso
di ricerca interiore di Andrea, dalla decisione di partire fino alla
consapevolezza di aver finalmente acquisito l'equilibrio e la pienezza di sé al
termine del "viaggio", quanto nel mostrare al lettore le più o meno
segrete, a volte persino inusuali metodologie di apprendimento della filosofia orientale,
dedite alla ricerca dell'equilibrio psicofisico, alla comprensione di sé e
dell'universo: pratiche di meditazione e di riflessione che da millenni
caratterizzano la filosofia orientale, in contrapposizione al pragmatismo del
mondo occidentale in cui siamo immersi. Il tutto, vissuto in un ambiente nuovo
e inusitato per un occidentale: il Tempio, i monaci, la frugalità, la serenità,
i giardini, l'apparente semplicità delle cose che sono tutt'intorno.
La partenza del protagonista è un distaccarsi completo da
questo mondo "banale", a volte persino ovvio, che non è più in grado
di dargli né sicurezze, né risposte, né aspettative future, né felicità: la
ricchezza, il lavoro, le cose possedute, persino l'amore, sembrano vanificarsi
presto nell'abisso dell'annientamento e del tempo che inesorabile trascorre e
distrugge ciò che in qualche modo si è cercato di costruire. Nulla appare saldo,
duraturo, credibile. Perciò il viaggio di Andrea è un distaccarsi materiale dal
mondo che conosce, ma anche un lasciarsi indietro falsi valori e pregiudizi,
superficialità di pensieri. Non resta che tentare l'oriente, la Cina, la ricerca
della verità, dell'essenza dell'uomo.
Mario Volpe, forte della sua grande conoscenza del mondo
orientale, in virtù della sua attività di imprenditore (ma di imprenditore che
non si sofferma semplicemente sugli aspetti strettamente legati al suo lavoro,
bensì capace di entrare in perfetta sintonia con quella realtà, comprendendone
le caratteristiche più squisite), fa buon uso della sua esperienza e delle sue
conoscenze per raccontare le vicende del protagonista, Andrea, con
verosimiglianza e con una vena di particolare e intensa filosofia di vita:
niente di inventato, quindi, ma una storia pienamente aderente alle peculiarità
del mondo e della filosofia cinese. Huiko è il Maestro, un personaggio forse
inventato, in realtà forse mai esistito, ma del tutto verosimile, come verosimile
è la sua filosofia, la sua scuola, il suo insegnamento.
Ed infatti, l'Autore ci porta per mano nel raccontare la
storia di Andrea dal momento del distacco dalle cose di tutti i giorni, fino
alla piena consapevolezza di sé, acquisita finalmente grazie a questa
esperienza nel monastero cinese. Ed è sorprendente come Mario Volpe costruisce
il filo logico del percorso narrativo: il cambiamento del protagonista non è
immediato, anzi egli ad un certo punto, preso dalla delusione perché nonostante
tutti gli sforzi gli sembra di non riuscire a trovare quello che
"cercava", decide quasi di tornare a casa. Egli si aspettava che il
Maestro Huiko cominciasse subito le sue "lezioni", ed invece nulla
accade: il maestro non si mostra, non lo chiama, e nessuno sembra in grado di
dargli indicazioni più precise in merito.
Così Andrea tentenna, cerca di pazientare, trascorre le
giornate da solo in meditazione o dialogando con il giardiniere. Ma proprio
quando il nostro protagonista, deluso, decide di lasciare il monastero, ecco
che gli si rivela pienamente l'"illuminazione". Le risposte, e le
persone, il vero amore, la pienezza di sé, lo stesso maestro, tutto ciò insomma
che egli pensa sia lontano e da raggiungere faticosamente e disperatamente, in
realtà è sorprendentemente molto più vicino di quanto pensasse.
Questo lungo racconto, suddiviso in paragrafi che in un
certo qual modo rifulgono di luce propria, in quanto in ognuno di essi vi è contenuto
un completo nocciolo di filosofia orientale, denota la grande competenza
dell'autore nell'inventare e costruire una storia di vita attendibile, fluida,
intrigante, che invita ad approfondire con serietà i problemi esistenziali di
ciascuno, indicando nel contempo al lettore una possibile strada da percorrere
per ritrovare finalmente il giusto equilibrio interiore.
G.V.
Mario Volpe, "Huiko", Rogiosi Editore, 2018