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domenica 1 febbraio 2015

La "Maddalena" di Cinzia Demi

"Ero Maddalena, lo sento, lo so": così Cinzia Demi ripete in alcuni versi della sua recente silloge poetica "Ero Maddalena" (Puntoacapo Editrice). Ed è il reiterarsi di un concetto, di un'idea molto forte, quasi indispensabilmente gridata e spesso sottintesa in tutta l'architettura poetica della raccolta, per affermare e confermare una dualità femminile veramente integrata, indissolubile, nella figura e nell'animo della sua ideatrice e creatrice, la nostra poetessa bolognese Cinzia Demi.
Lungi dal voler raccontare, seppure in modalità poetica, la vicenda più o meno conosciuta, più o meno ambigua, della classica Maddalena (o delle varie Maddalena) che ha contornato la vita di Gesù Cristo, Cinzia Demi con "Ero Maddalena" ha voluto piuttosto immedesimarsi, in un certo senso, in quella figura, traendola dalla nebbiosità e dalle contraddizioni insite in questo enigmatico personaggio del Vangelo, e integrandola addirittura in sé, come donna del quotidiano, e come donna del mondo, di qualsiasi spazio e tempo.
L'intelligente operazione poetica che compie dunque Cinzia Demi in questo suo interessante libro, edito da Puntoacapo e con prefazione di Gabriella Sica e postfazione di Rosa Elisa Giangoia, è proprio questo lungo narrare/narrarsi, fortemente intrecciato e integrato, in un monologo/dialogo attraverso il quale le passioni, i sentimenti, le frustrazioni, gli inganni, i timori di "quel" tempo", emergono in superficie e divengono i medesimi di "questo" tempo. Non si tratta di sovrapposizioni, di rielaborazioni, di spiegazioni di come può essere "ora" la Maddalena di "allora", bensì di una vera e propria ri-creazione della Maddalena nella sua interezza indipendentemente dalla sua collocazione spaziale e temporale: "il tuo volto non lo scordo / lo cerco tra la gente / e qui sono tutte donne / certo rose tra le rose / si credono regine / vanno col vestito nuovo / le scarpe lucidate / alla santa degli impossibili / oggi raccomandate / io mi piego alla pietà / di uno che ho visto morto / che non è più nessuno".
Credo che nessuno mai, come e prima di Cinzia Demi, abbia pensato di produrre un'opera in versi, un poemetto intero, ispirato alla figura della Maddalena, o forse ci sarà stato qualche raro caso sporadico che ha soltanto sfiorato l'argomento, prendendo a prestito qualche brano o qualche riferimento particolare della storia; forse il motivo va ricercato nella figura troppo ambigua o sfuggente di questo personaggio, di questa "peccatrice-santa". E quindi, il voler riferirsi a Maddalena, con le modalità già esposte più sopra, è stato a mio avviso, da parte della nostra poetessa, un atto di grande coraggio ma anche di grande intuizione, nonché di consapevolezza del proprio talento poetico e della propria capacità di elaborazione originale, "sui generis", grazie alla quale ne è sortito un libro piacevolissimo, intenso, fluido, appassionante. Vi sono concentrate tutte le donne di tutti i tempi, con le loro passioni, le loro incertezze, i dolori e le gioie, la ricerca assidua e a volte drammatica di una identità e di una dignità molto spesso ignorata e calpestata ("è un nome che cerco / a tentoni nel fetido sottoscala / dove passo le notti…"; "è un nome che cerco / nel sogno del mattino / l'unico che ricordo…"). Cinzia Demi, in "Ero Maddalena", ha voluto e saputo assumere in sé tutte queste caratteristiche femminili, al di là di ogni retorica e di ogni giudizio e pregiudizio da parte di una società, in tutti i tempi, che colpevolizza e frustra la donna per il solo fatto che ella va incontro alla propria libera espressione, nella vita di tutti i giorni, negli affetti, nell'amore. Così il riferimento alla storica vicenda di Gesù, che contorna la storia di Maddalena-Cinzia, è simbolicamente indicativo e propositivo di una affermazione di identità piena e libera, in mezzo ad una società che ancora penalizza e inculca negli animi femminili forti sensi di colpa.
Per questo, il poemetto di Cinzia Demi, che scorre come acqua sorgiva nel cuore dei lettori attenti, grazie anche al suo fluire continuo, senza vane interruzioni e distoglimenti, basandosi su una struttura poematica dal verso breve e ricco di assonanze e rime interne, si pone sicuramente sui livelli più alti dell'attuale poesia italiana.

Cinzia Demi, "Ero Maddalena", Puntoacapo Editrice. Prefazione di Gabriella Sica. Postfazione di Rosa Elisa Giangoia.

Giuseppe Vetromile
31/1/15


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CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

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La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"