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Buona lettura e buona consultazione.

lunedì 5 giugno 2017

"L'Alfabeto Baudelaire" di Mario Fresa

Poeta chiama poeta: si entra nel mondo dei nostri predecessori che hanno già percorso le felici / sofferenti strade della poesia, si assorbono e si condividono i loro pensieri, le loro ideologie, le loro filosofie, la loro vita… per illustrarla di nuovo, per riportarla a noi, ancora e sempre viva e vivida.
Questo "attingere", come si fa calando un secchio in un pozzo d'acqua sorgiva, al mondo poetico trascorso, può verificarsi anche per la realtà poetica contemporanea. Molto spesso si tratta di "semplici" traduzioni, cioè di versioni in altra lingua di testi e componimenti originali. Altre volte, però, il protagonista, diciamo così, del lavoro di "recupero", non si limita ad una mera traduzione, per quanto raffinata e intelligente, bensì supera il difficile ostacolo della "versione", infondendo nell'opera originale nuova linfa e nuova vitalità, nuovo splendore.
È il caso di Mario Fresa, poeta finissimo, acuto critico letterario, che già da alcuni anni, oltre a scrivere di proprio, si dedica alla "reinterpretazione" di alcuni classici: si veda ad esempio l'ottimo lavoro su Marziale ("Omaggio a Marziale"), su Catullo ("Catullo vestito di nuovo"), su Apollinaire ("In viaggio con Apollinaire"). E dunque, questo recente "Alfabeto Baudelaire" del nostro poeta salernitano, instancabile "restauratore", in un certo senso, degli splendori poetici del passato, si pone certamente sulla stessa linea progettuale, in una veste ancora più ricca ed elegante nella sua sobrietà e serietà.
Si tratta di dodici testi tratti dai "Fiori del Male", l'eterno capolavoro con cui il grande poeta francese ha dato inzio alla modernità della poesia europea, anticipando il decandentismo e introducendo il simbolismo. Mario Fresa ha profuso in quest'opera tutto il suo ingegno letterario, ponendosi al centro del pensiero di Baudelaire ed eseguendone un'interpretazione originale e consona, scegliendo le seguenti poesie: "Benediction" (Benedizione), " À une passante" (A una passante), "Le Vampire" (Il Vampiro), "L'Albatros" (L'Albatro), "Le chat" (Il gatto), "Le mort joyeux" (Il morto lieto), "La musique" (La musica), "Les litanies de Satan" (Le litanie di Satana), "Correspondances" (Corrispondenze), "Spleen" (Spleen), "L'invitation au voyage" (Invito al viaggio), "Le vin des amants" (Il vino degli amanti).
Certamente è un'operazione validissima, che ha richiesto da parte di Mario Fresa uno studio accurato, volto a realizzare una selezione importante, che risultasse pienamente rappresentativa della grande e complessa opera "Les fleurs du Mal": da qui l'indovinato titolo del volume di Mario Fresa: "Alfabeto Baudelaire".
Il volume si presenta con una veste tipografica elegante, grazie anche ai preziosi disegni di Massimo Dagnino, disegni che, come giustamente afferma Davide Cortese nella sua attenta postfazione, sono collegati concettualmente ai testi poetici.
Accogliamo dunque quest'altra opera di grande valore del poeta e critico Mario Fresa, degna di rientrare nel novero delle più intelligenti e ben riuscite traduzioni in italiano del grande poeta francese.

G.V.


Mario Fresa, "Alfabeto Baudelaire", EDB Edizioni, Milano, 2017. Disegni di Massimo Dagnino, postfazione di Davide Cortese.

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Il II Volume dell'Antologia "Transiti Poetici"

CIRCOLO DELLE VOCI, Vol. I°

"Gusti di...versi", Ristorante Albergo dei Baroni, Sant'Anastasia (Na), 13 marzo 2015

La mostra "Il respiro della materia / I colori dell’anima"

Due poesie di Gerardo Pedicini

L’ombra del tempo

(per Sergio Vecchio


L’ombra del tempo

è ferma alla tua porta

e tra i rami

vigila la civetta,

cara agli dei.

Nel silenzio della notte

avanza il giorno tra le spine

e il vento rode

le vecchie mura sibarite

intrise d’acqua e di memorie.

Dorme nel profondo la palude:

il Sele discende lento fino al mare

e svuota le tombe dei sacrari.

Ora è l’antica Hera,

ora è Poseidon a indicarti il cammino.

Alla deriva del vento

il tuo passo di lucertola

è rapido volo d’uccello.

Sotto la tettoia scalpita il treno

sugli scambi e rompe le stagioni

nel vuoto delle ore.

Nel laboratorio acceso di speranze

resti tu solo a sorvegliare

il perimetro antico delle mura

mentre vesti d’incenso i tuoi ricordi

tracciando sul foglio linee d’ombra.

***

I segni della storia

(ad Angelo Noce)


Cinabro è il fuoco dei ricordi:

passano rotte di terre nella mano

e sfilano i segni della storia.

Ombre e figure

alzano templi alla memoria.

Nell’antico corso del mare

si sospende la luce del giorno.

È un sogno senza fine.

Transita il tempo da un foglio all’altro

e incide in successione

ciò che già fu, ciò che sarà

nella tenue traccia del tuo respiro.

(Gerardo Pedicini)

Il libretto "I Poeti della rosa"