È indubbio che il mare è una delle principali fonti
ispirative per un poeta. Mare inteso nel senso più ampio, includendo tutto un
mondo che con esso ha legami e riferimenti: navi, quindi, bastimenti, ma anche
isole, promontori, lagune, e, soprattutto, navigatori e naviganti.
Il senso del mare, la sua vastità azzurra, l'indefinita
apertura che esso suscita negli animi più sensibili, il desiderio di solcarlo
fino a quella lontana e asintotica linea dove il cielo si congiunge con esso,
il profumo di salsedine che emana, il sole e la luna che s'incastonano nel suo
cielo, il primo di giorno e la seconda di notte, risveglia in noi un senso di
appartenenza forte, non privo di un certo timoroso rispetto e di meraviglia,
nei confronti di un mondo che appare giustamente equilibrato, dove nulla è dato
al caso ma tutto s'incastra magnificamente in un mosaico i cui confini
trascendono persino l'umana comprensione.
Non possiamo fare a meno del mare. Che sia una strada
immensa e colma di inganni e di sorprese, come la rotta seguita da Ulisse per
raggiungere la sua Itaca, o che sia il mezzo più opportuno per convalidare le
proprie teorie di carattere geografico, come il viaggio di Colombo verso le
"sue" Indie, o che sia il desiderio di spogliarsi di tutte le cose
futili e rimanere da soli al cospetto delle stelle e del silenzio rigeneratore,
come le traversate in solitario, il mare è elemento di vita e di vitalità da
cui non si può prescindere.
E i Poeti cantano la sua azzurrità, la sua possanza e la sua
immensità: specchio del cielo da cui nascemmo e nel quale ben volentieri
nuovamente ci immergiamo.
Paola Casulli è tra questi poeti che hanno con il mare,
inteso nel senso più ampio, un rapporto intimo, con un continuo, amorevole e
imprescindibile sguardo rivolto a quel mondo, da cui ne trae vigore, colori,
profumi, sogni, vitalità. Non per nulla la nostra brava autrice è nata ad
Ischia, l'antica Pitecusa, prima colonia greca, fonte di ricordi e di nostalgie
di avventure per Paola, tanto da farle realizzare una sua iteressante raccolta
dal titolo Phitekoussai, racconti di un'isola (Kairos Edizioni, Napoli), sua
seconda opera in ordine di tempo.
Ma "Sartie, lune e altri bastimenti", titolo
alquanto emblematico di questa sua recente raccolta, è altra cosa. Qui il mare
non è proprio quello di Ischia, o non soltanto quello, bensì rappresenta lo
sfondo naturale del pensiero poetante della Casulli, uno sfondo dove l'elemento
liquido è preminente, ma non soltanto quello: vi è infatti, in questa sua opera
molto gradevole, un'apertura a visioni di mondi intimi, a introspezioni di
carattere sociale, a reminescenze personali e a nostalgie di luce e di amore.
La materia, anzi la materialità delle cose, si svapora nel canto delle sue
poesie, ed ogni cosa, ogni immagine, ogni ricordo, ogni speranza, diventa
fluida e osmoticamente assorbita dal cuore dell'autrice, accettandone i motivi
esistenziali, le mille domande, le infinite possibilità. "Non sono che materia ficcata nella terra – ella
afferma nei versi di pag. 28 – guerriera
che apre le braccia alla storia / e divento trasparenza di pietra gettata in
mare / sbalzata via dalla sabbia per un vulcano di vento".
Il mare è dunque sottinteso, argomento da tenere in conto,
nelle espansioni poetiche di Paola Casulli: un riferimento forte,
"incommensurabile", come giustamente afferma Salvatore Contessini
nella sua dettagliata prefazione. E in questo rapporto
"incommensurabile" tra l'anima dell'autrice e il mondo marino, che è
poi anche il suo mondo interiore, dove ella assume tutta l'energia vitale, tutto
l'impeto che la proietta verso la solarità del mondo esterno, Paola ritrova il
senso del creato, o almeno un equilibrio, anche temporaneo, che le giustifichi
il solito banale lavorio giornaliero, o la cosiddetta piatta quotidianità. Ecco
dunque il perché del titolo: "Sartie, lune e altri bastimenti":
sartia è il legame allegorico, ineluttabile, alla terra, intesa in tutta la sua
materialità e regolarità sociale; luna è simbolo di nostagico amore; bastimenti
è l'allegoria del viaggio, il desiderio di intraprendere nuove rotte per nuovi
orizzonti di luce. Ma il sottotitolo è ancora più interessante e impegnativo:
"Poesie di isole e di amori": ed è qui il nocciolo del sentimento
poetico della Casulli, proprio in questa definizione. La solitudine è un
precario miscuglio di emozioni contrastanti, la consapevolezza dell'abbandono
della carne in un oceano sconfinato, dove la speranza-Dio-amore è l'ultima
spiaggia: "Il mondo attende tutti
l'alta marea del distacco. Prima o poi, sarà posato lì, sul disordine di ombre
che si allungano; fermiamo il piede nell'ora puntuale della tempesta. Noi,
assorbiti dalla fissità dell'oceano. A commuovere Dio oltre la carne."
(pag 40).
Insomma, ancora una volta è l'amore, sentimento inteso nel
più ampio significato, che muove la nave (i "bastimenti") in lungo e
in largo, per la vastità del mare, toccando sponde e spiagge, raggiungendo e
riappropriandosi delle isole-solitudini abitate da un'umanità
"legata" con robuste "sartie" all'inderogabilità della terra,
sotto i raggi di una luna romantica e ispiratrice. Ed è veramente questo
l'amore che anima e appassiona la nostra autrice: È festa di labbra / dove la rena si posa in
traduzioni saline. / L'anima in puro desiderio di te / sospende le brume
nostalgiche / al di là del tutto il temporaneo Poi" (pag. 17). Ma
traspare anche molta amarezza, una sorta di rimpianto o di rassegnata consapevolezza
dell'irraggiungibilità della meta: "Cosa
ci rende nostalgici? / Distanziati sul nostro promontorio / ciascuno con i
piedi fuori dalla marea / a sentirci salvi ma opachi / senza l'onda che, pur
ferendoci, / ci avrebbe portati via / ad infilare il volto sotto l'acqua e lì
dormire / sotto le profondità. / E ci sono voci non malignità, / a bere il
fondale fino all'ultimo addio." (pag. 16). E ancora: "Chissà com'è l'attesa di un incontro /
quello spostamento / come mancanza di definizione. / Si perde dietro un
tornante la voglia di te. / - Basterà oppormi ai tuoi no - / per ricucire la
tenerezza di una città / sui fianchi in attesa del mio divenire. / Conosciamo
le solitudini / - Ci sopravviveranno – " (pag. 44).
Un libro, quest'ultimo della Casulli, che a leggerlo si è
condotti per mano in un universo fluido e nello stesso tempo denso di
riflessioni, di considerazioni sull'intimo ma che si allargano a tutti, perché
il pensiero di uno (dell'autrice) è condivisibile in generale, e il lettore
stesso, "sostituendosi" emozionalmente all'autrice, fa propria la
storia e l'avventura, l'idea e l'immagine, il desiderio e l'amarezza, insomma
il viaggio della vita.
Anche lo stile, la modalità della composizione poetica, si
uniforma al contenuto: nessun titolo è dato ai brani poetici della raccolta, ma
soltanto una citazione-esergo in corsivo all'inizio di quelle che potremmo
definire sezioni, ma che in sostanza hanno il pregio di "riassumere"
in pochi versi ben centrati e illuminati il dire poetico della Casulli: autrice,
poetessa, di sicuro spessore nell'attuale panorama poetico italiano.
Paola Casulli, "Sartie, lune e altri bastimenti",
Edizioni La Vita Felice, Milano, 2017, Collana Agape; prefazione di Salvatore
Contessini.
G.V.
15/9/17
Ho letto or ora la tua precisa, lunga e direi amorevole recensione al mio libro. Hai scritto con la sapienza del critico preparato e puntuale ma anche con la passione che ti spinge da anni a leggere e a scrivere poesia. E, non ultimo, hai scritto con quella conoscenza che hai di me da anni e anni di sincera amicizia. Apprezzo e ammiro quindi il tuo lavoro sulla mia poesia per tutti questi motivi e il mio grazie, per questo dono inaspettato e meraviglioso, ti arrivi dal profondo del cuore. Hai colto uno degli aspetti che più mi sta a cuore in questa, un po' sofferta, silloge. Il mio rapporto con Dio e la sua spesso insondabile volontà. Il mare qui descritto, infatti, rappresenta la profondità di una teologia che, lungi dall'essere compresa a fondo, richiede agli uomini il così detto atto di fede, ma non solo. Richiede lo sforzo di un chiedersi ininterrottamente chi siamo e dove andiamo (la luna e i bastimenti), senza stupirsi se le risposte non arrivano sempre e comunque. Il vivere nel viaggio della conoscenza è l'unico vivere che valga davvero la pena affrontare. Grazie a Pino, carissimo amico ed eccezionale poeta. Che da sempre si adopera per la divulgazione della poesia, affinché tutti possano con Lei sentirsi meno soli e dispersi nel mare delle solitudini.
RispondiEliminaPAOLA CASULLI